Salute olistica integrata: il meeting inaugurale del gruppo di lavoro del C20

La salute  globale è stato il tema di un gruppo di lavoro fondamentale nelle riunioni passate del Civil 20, con riflessioni sulle questioni sanitarie del momento. L’uscita dalla pandemia ha portato il gruppo di lavoro di salute olistica integrata del C20 (Integrated Holistic Health (IHH) working group) a focalizzare le proprie riflessioni su come il COVID-19 abbia enormemente ampliato il divario sociale esistente, le ingiustizie, e la mala gestione dei sistemi sanitari, e su quali azioni sociali adottare per arginare tali situazioni. All’inaugurazione dei lavori dell’IHH che si è tenuta online il 19 febbraio, hanno partecipato oltre ai membri, oltre 1800 partecipanti da 51 Paesi, tra cui 22 Stati indiani.

Con questa determinazione a trovare soluzioni, IHH sta affrontando i modi per rafforzare i sistemi sanitari globali attraverso sette sottogruppi: salute mentale, nutrizione, salute delle donne e dei bambini, cure palliative e per gli anziani, salute olistica che include la medicina tradizionale come l’Ayurveda, malattie non trasmissibili e One Health: esaminare le malattie infettive e riconoscere l’interdipendenza tra salute umana, animale e ambientale.

La cerimonia inaugurale è stata tenuta dall’ambasciatore Vijay Nambiar, coordinatore capo dei  C20 insieme a Vaidya Rajesh Kotecha, segretario del ministero AYUSH del Governo indiano. AYUSH è un acronimo che sta per indicare il sistema sanitario indiano che include ayurveda, yoga e naturopatia, unani, siddha, e omeopatia. Sri Kotecha ha fatto proiettare un video delll’IHH che illustrava le aree di interesse del gruppo di lavoro. 

Il discorso di Sri Kotecha ha indicato lo stretto legame tra la visione promossa dall’IHH e il compito gravante sul ministero AYUSH per regolare e promuovere la crescita e lo sviluppo delle medicine tradizionali indiane. 

“Durante la pandemia, abbiamo lavorato intensamente mano nella mano con il sistema biomedico al fine di assicurare alla gente informazioni sanitarie pratiche  di cura usando rimedi semplici ma molto efficaci e scientificamente comprovati per la prevenzione delle infezioni e la convalescenza dalle stesse al fine di ridurre la permanenza in ospedale.  

“Abbiamo inoltre promosso la pratica dello yoga e della meditazione durante la quarantena per mantenere e preservare la salute mentale. Molte organizzazioni sociali hanno partecipato a tale iniziativa con grande impegno”.

Ha enfatizzato come i governi, le ONG (CSO) ed altri soggetti istituzionali abbiano collaborato per promuovere un nuovo sistema sanitario in grado di andare oltre alla mera cura della malattia integrandolo col benessere globale e la prevenzione. Considerato su scala globale, questo processo porta ad includere anche sfide quali la lotta contro la fame nel mondo e contro la guerra, e la creazione di un sostegno allo sviluppo socio-economico. 

“Il sistema sanitario AYUSH indiano e le pratiche mediche tradizionali delle varie parti del mondo sono state oggetto di studio per la creazione di un sistema olistico integrato di pratiche sanitarie comprovate scientificamente volto e di assicurare che tutti possiamo realizzare un unico mondo e un’unica salute” ha aggiunto Sri Kotecha. 

Swami Amritaswarupananda Puri ha partecipato all’incontro quale membro della Troika del Civil 20 India e come vice-rappresentante del Mata Amritanandamayi Math. Ha considerato i diversi significati della parola “hal” che racchiude in sé i concetti di salute, interezza e sacralità, e che nella lingua inglese necessita di tre parole per essere spiegata.  

Ha continuato segnalando come di fronte all’incremento attuale dei disastri naturali e dei conflitti a livello globale, l’umanità abbia raggiunto un punto critico e necessiti di reintegrare questi tre concetti attraverso l’approccio della medicina olistica. Questo comporta un lavoro integrato su tre piani: quello della salute individuale, quello della salute sociale e quello della salute del nostro pianeta. Per raggiungere questo occorre combinare la medicina tradizionale  con la medicina moderna creando un nuovo equilibrio tra ricerca scientifica ed il sapere degli antichi, impartito dai Grandi Saggi.  

“Dobbiamo considerare che la medicina moderna ha dei limiti e che, seppur abbia dato un enorme contributo allo sviluppo sanitario, non è infallibile. Quello che la medicina moderna non riesce a raggiungere è invece appannaggio dei trattamenti tradizionali e viceversa” ha detto Swamiji.  

“La medicina allopatica e quella tradizionale non si riconoscono vicendevolmente e i rappresentanti dell’una denigrano quelli dell’altra. È ora che tutti cambino tale atteggiamento imparando il valore di entrambi i sistemi, specie ora nella crisi fatale che il nostro pianeta sta affrontando.  

“Un tempo gran parte della società non teneva conto del cambiamento climatico, pensando che fosse una chimera. Ma oggi, di fronte all’emergere della verità, nessuno può fare a meno che sia in atto un cambiamento climatico”. 

Swamiji ha inoltre inaugurato il portale Chaupal Portal – #YouAreTheLight  che offre ai membri della comunità globale un’opportunità di condivisione di esperienze e suggerimenti in ambito sanitario. Si tratta di una piattaforma aperta a tutti per la condivisione delle sfide in corso e suggerimenti  che l’IHH può sottoporre ai leader dei G20.  

Il consiglio dell’IHH  internazionale annovera il dr. Andy Carmone,  direttore della Clinton Health Access Initiative and Indigenous Health Solutions; il dr. Krish Ramachandran, professore associato di anestesia presso la Harvard Medical School; e il dr. Sarthak Das, CEO dell’ Asia Pacific Leaders Malaria Alliance. Questi esimi membri hanno illustrato i piani di lavoro e la stuttura del gruppo di lavoro insieme ai referenti nazionali dr. Jaideep C Menon e dr.ssa Priya Nair con l’Amrita Hospitals, Kochi.  All’evento hanno partecipato anche un gruppo di eminenti oratori e autorità sanitarie.Tutti hanno condiviso pregevoli opinioni su come i vari gruppi di lavoro possano collaborare con maggiore efficacia per giungere a una visione unitaria.  

È stato di certo rincuorante vedere 1800 persone proveniente da 51 Paesi lavorare insieme. Tra i Paesi partecipanti ricordiamo : Argentina, Australia, Austria, Bangladesh, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Cina, Colombia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Ghana, Grecia, Hong Kong, India, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Kenya, Kuwait, Laos, Malesia, Mauritius, Mexico, Myanmar, Nuova Zeland, Nigeria, Niger, Macedonia del Nord, Papua Nuova Guinea, Filippine, Portogallo, Russia, Senegal, Singapore, Sud Africa, Spagna, Svezia, Svizzera, Tanzania, Uganda, Emirati Arabi Uniti, UK, USA e Uruguay. 

Per celebrare l’inaugurazione i campus dell’Amrita University Healthcare di Kochi e di Faridabad hanno illuminato le statue di Shri Sushrutha. Shri Sushrutha fu un antico medico indiano ritenuto il fondatore dell’Ayurveda,  e il Sushruta Samhita è un trattato a lui attribuito, uno dei più importanti compendi antichi sulla medicina e  testo fondamentale dell’Ayurveda.