La felicità è una scelta

Articolo tratto dal The New India Express dell’11 gennaio 2024

Molte persone a casa trascorrono il loro tempo su Facebook e trascurano di guardare il viso della moglie o dei figli seduti accanto a loro.

Mata Amritanandamayi

Figli, viviamo in un’epoca frenetica. Abbiamo a malapena il tempo di riprendere fiato mentre corriamo da un’incombenza all’altra. “Non stare con le mani in mano. Fai qualcosa!”. Fin dall’infanzia abbiamo sentito i nostri genitori e i nostri insegnanti ripetere questa frase. Ma ora è arrivato il momento di pensare: “Perché non stare fermi per un pò invece di fare qualcosa?”.

L’eccessiva velocità in qualsiasi cosa ne uccide la bellezza. È come aprire anzitempo i petali di un bocciolo di rosa: non faremmo altro che privarlo della sua fragranza e della sua bellezza.

La maggior parte delle cose che perseguiamo non ci danno la felicità. Non solo, ma ci porterano via la felicità che avevamo. Alcune persone vanno con le loro famiglie in spiaggia per guardare il tramonto, ma passano il tempo a chiacchierare al cellulare. In questo modo, non riescono ad apprezzare la bellezza dell’oceano o la gloria del tramonto.

A casa, molte persone passano il tempo su Facebook e trascurano di guardare il volto della moglie o dei figli seduti accanto a loro. La moglie potrebbe essere triste per qualcosa o i figli potrebbero sentirsi in difficoltà, ma il marito o il padre non hanno tempo per loro.

Una volta, quando un uomo tornò a casa dal lavoro e vide il figlio di cinque anni che lo aspettava. Il bambino chiese: “Papà, quanto guadagni per un’ora di lavoro?”.

L’uomo rispose: “300 rupie”.

“Papà, per favore, dammi 200 rupie!”.

Pensando che il figlio volesse i soldi per un nuovo giocattolo, il padre si irritò. “Non ho tempo per le tue sciocchezze infantili. Non rivolgermi un’altra parola!”.

Il figlio entrò in silenzio nella sua stanza e chiuse la porta. Dopo un po’ il padre si rese conto che avrebbe dovuto essere più affettuoso e paziente con il figlio. Aprì la porta della sua stanza e chiese: “Figlio, hai dormito?”.

“No, papà, non ho dormito”.

“Spero che tu non sia triste perché prima mi sono arrabbiato con te. Ecco le 200 rupie che mi hai chiesto. Figlio, perché hai bisogno di questi soldi?”.

Il volto del ragazzo si illuminò di gioia. Tirò fuori 100 rupie da sotto il cuscino. Porgendo il denaro al padre, disse: “Papà, ecco 300 rupie. Vuoi passare un’ora con me?”.

Che si rida o si pianga, i giorni passano. Se piangiamo abbiamo solo da perdere. Diventiamo deboli, perdiamo la salute e il sonno. Molte persone trasformano così la loro vita in una grande perdita.

Non possiamo uscire da una porta chiusa. Se ci impegniamo, una porta sicuramente si aprirà davanti a noi. Quindi, non piangere guardando la porta chiusa. Se ci proviamo, prima o poi una porta si aprirà e potremo uscire. Noi stessi siamo la luce e l’oscurità sul nostro cammino. Non perdete la vostra forza mentale. Questa è la nostra vera ricchezza. Se la perdiamo allora tutto è perduto. Mantenete la fiducia in voi stessi.

Come tutte le altre decisioni, anche la felicità è una decisione. Decidete con fermezza: “Qualunque cosa accada, sarò felice”. Nel bel mezzo della vostra vita frenetica non dimenticate di guardare il mondo che vi circonda. Condividete amore, gentilezza e gioia con la famiglia, gli amici e i colleghi. Vivete il momento presente.

Mata Amritanandamayi è un leader spirituale e umanitaria di fama mondiale.