31 dicembre – Amritapuri
Un anno avvolto nelle tenebre
Per la prima volta in 5 giorni, la campana del tempio ha suonato tre volte – annunciando agli ashramiti che Amma stava per arrivare nel salone dei bhajan. A molti sembrò che la campana stesse annunciando la pioggia, dato che iniziava a piovere proprio nel momento in cui la campana suonava. Tutti – sia gli ashramiti che i devoti in visita – corsero per sedere vicino al peetham di Amma.
Quando arrivò alle 11:15, il Suo modo di fare era un poco distante. Non stava piangendo, ma guardando da vicino si poteva vedere che i Suoi occhi erano umidi. Il dolore degli ultimi cinque giorni appesantiva l’aria.
Amma iniziò con due bhajan in Hindi, uno a Sri Ganesh, “Kripa Ho Teri Vigna Vinashaka,” e l’altro a Sri Krishna, “Arati Kunja Vihari.” Il sound system dell’Ashram subì danni con l’inondazione, così è stato possibile utilizzare solo un minimo impianto – a volte risultava difficile udire la voce di Amma sopra al suono della pioggia che colpiva il tetto del salone dei bhajan.
Poi Amma cantò “Kodanukoti,” un bhajan in Malayalam molto vecchio nel raga charukeshi [stato d’animo di tristezza]. La canzone parla di quanto distante sembra essere Dio, nonostante le severi austerità compiute. O Eternal Truth, mankind has been searching for you for millions and millions of years… (O Eterna Verità, l’umanità ti sta cercando da millioni e milioni d’anni…) Quando Amma cantò queste strofe, la Sua voce divenne unica con il raga, facendo piangere molti ashramiti e devoti.
La canzone finì alle 11:55 e Amma chiese a tutti di chiudere gli occhi e iniziò a cantare il mantra per la pace lokah samastah sukhino bhavantu (possano tutti gli esseri essere felici). Gli eventi della settimana passata ancora freschi nella mente, la preghiera veniva proprio dal profondo del cuore di tutti. Mentre cantava, il corpo di Amma ondeggiava lentamente in avanti e indietro nella Sua sedia.
Dieci minuti più tardi, al termine dei canti, Amma iniziò a parlare: “Stiamo dando il benvenuto al Nuovo Anno con cuori molto molto pesanti”, disse Amma, “non possiamo essere felici ora, e questo non è il tempo giusto per essere felici. E’ il tempo di invocare amore e compassione nei nostri cuori. I morti non torneranno, ma possiamo offrire amore e consolazione a coloro che ancora sono vivi.
“In questo Nuovo Anno, avvolto dalle tenebre del dolore, dovremmo accendere la luce dell’amore, servizio e compassione e andare avanti con fede.
L’uomo può ottenere qualsiasi cosa, può persino diventare Dio, ma gli basta solo un secondo per perdere ogni cosa.”
Amma continuò dicendo che lo sforzo umano ha i suoi limiti e che la Grazia Divina è più importante.
“Figli miei, cercate di capire lo scopo della vita e andate avanti.”
Ad un certo momento Amma confessò di non sapere cos’altro dire: “Il mio cuore è vuoto.”
Amma guidò poi tutti in una breve meditazione e quando finì il Suo stato d’animo sembrava un po’ più leggero e cantò “Ananda Janani,” una celebrazione della Gloria della Madre Divina. Verso la fine del canto, Amma sollevò le mani sopra la testa e iniziò a batterle. Tutti fecero lo stesso… velocemente lo stato d’animo si era trasformato da cupo a leggero.
Amma poi si alzò e chiamò tutti a prendere il prasad. Per molti che erano venuti in visita all’Ashram durante le vacanze Natalizie, era la prima volta che ricevevano il darshan di Amma.
—Kannadi