8 Nov 2011, Sabarimala, Kerala
Prendetevi qualche secondo per pensare. Prendetevi qualche secondo per assimilare. Prendetevi qualche secondo per rispondere.
8 Nov 2011, Sabarimala, Kerala
Per rispondere a tutte queste domande, ho affrontato 5 ore di viaggio in autobus, 3 ore di cammino, ho osservato il lavoro di più di 5.000 persone riunite nello stesso luogo, ho dovuto comprendere il sorriso sul volto di ognuna di loro, dai ragazzi agli anziani, e ho trovato la risposta: “Sì!”. Tutto ciò può essere fatto ed è stato fatto. E alla perfezione. Chi può riuscirci?
Solo “lei”.
Era la notte del 5 novembre 2011, quando 10 autobus sono partiti alla volta del monte sacro di Sabarimala, la dimora del Signore Ayyappa. All’1:30 di notte abbiamo raggiunto il fiume Pampa e da lì abbiamo proseguito a piedi lungo la salita. Eravamo più di 600 persone. Alle 4:45 del mattino siamo giunti a Sannidhanam e alle 7 eravamo già pronti per iniziare il nostro seva (servizio disinteressato, volontariato, ndt) assieme a tutti coloro che erano arrivati il giorno precedente. C’erano più di 3.000 persone e molte altre sono sopraggiunte il giorno dopo. Quello che abbiamo visto non può essere descritto a parole: donne e uomini di qualsiasi età, perfino alcuni ottantenni, svegli e rapidi, indossando una casacca arancione, muniti di scope, pale e vanghe, si dirigevano con determinazione verso il loro luogo di lavoro: cumuli di rifiuti, buste di plastica, bottiglie di vetro, ecc.
E noi eravamo catturati dal grande sorriso che illuminava i loro volti. Io ho pensato: “Come hanno fatto a salire fin quassù? Come faranno a rimuovere tutti quei rifiuti? E perché sono così felici?”.
Indubbiamente erano lì per rendere l’India un posto più pulito. Erano lì per far riemergere la bellezza di Sabarimala. Ma chi poteva farli sentire così gioiosi nel raccogliere dei rifiuti?
Solo “lei”.
Il progetto si chiama “Amala Bharatam Campaign – Sabarimala”. Più di 5.000 persone, indossando la divisa tipica della Campagna “Amala Bharatam” – giacca arancione, guanti arancioni e bianchi, stivali di gomma e in mano una scopa, una paletta, una vanga o un cestino – si sono riunite per ripulire Sabarimala. Pioggia, polvere, sporcizia, calore, insetti e perfino sanguisughe (presenti a causa della fitta foresta che si trova nelle vicinanze)… niente di tutto questo è riuscito a fermarli. Tutti agivano con un unico slogan: ripulire Sabarimala.
Residenti dell’ashram (centro spirituale, ndt), studenti e volontari indossavano tutti una casacca arancione: Sannidhanam sembrava tinta di arancione.
Tonnellate di rifiuti sono state raccolte da questo esercito arancione. Ogni bottiglia, ogni bicchiere, ogni busta di plastica raccolta li rendeva più felici.
Questa era la pulizia che stava avvenendo esteriormente.
Ma contemporaneamente stava accadendo anche qualcos’altro: una silenziosa trasformazione interiore. Alcuni dicevano: “Riuserò ogni bottiglia che acquisterò, non la getterò più via subito.” Altri: “D’ora in poi getterò nei contenitori ogni rifiuto che vedrò per strada”; altri ancora: ”Non siamo mai stati così felici prima d’ora. Questa è beatitudine. Stiamo purificando anche noi stessi.”
Chi può instillare tali valori in così tante persone? Chi può motivare così tante persone? Chi può riunire così tante persone provenienti da diversi percorsi di vita, differenti culture, età, mentalità?
Nell’aria vibrava un solo slogan che è diventato forte e chiaro quando migliaia di voci si sono unite: “Swamiye sharanam Ayyappa, mata rani ki jai, mata rani ki jai, mata rani ki jai!”.
Chi ha reso possibile tutto ciò? Chi ha reso possibile la realizzazione del sogno “dell’unità nella diversità” in quest’epoca?
C’è un solo leader che può rendere possibile tutto ciò: la madre d’amore e compassione.
Solo lei poteva far sì che tutto questo divenisse realtà. Lei è la nostra guida, la nostra amata Amma, è lei che ci ha guidati e motivati affinché il progetto “Amala Bharatam – Sabarimala” fosse portato a termine con successo.
Come disse Neil Armstrong: “Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità.”
Questo progetto ha sicuramente ispirato tante persone ad impegnarsi perché l’India possa diventare un posto migliore in cui vivere.
E così ho trovato le risposte a tutte le mie domande.