Kochi, 28 luglio 2016
L’Ospedale Amrita (Amrita Institute of Medical Sciences) ha condotto il primo trapianto in India di entrambi gli avambracci su un giovane di 21 anni, Jith Kumar Saji, che nel 2013 ne ha perso l’utilizzo a causa di ustioni elettriche. Questo è il terzo doppio trapianto di mani fatto all’Ospedale Amrita che in India, attualmente, è il solo ad avere la possibilità e la competenza per eseguire tali interventi.
Jith, figlio di un muratore proveniente da un piccolo villaggio del distretto di Kannur, lavorava come assistente tecnico di luce e suono per un gruppo che gestiva eventi locali. Durante il lavoro nel mese di agosto del 2013, la tenda sotto cui lavorava crollò improvvisamente, e lui precipitò su dei cavi elettrici ad alta tensione riportando gravi ustioni a entrambe le braccia. Fu ricoverato in ospedale privo di sensi e le sue mani non poterono essere salvate, fu necessario amputarle sotto il gomito.
Per questo doppio trapianto di avambracci, il Dottor Subramania Iyer, capo del Dipartimento di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell’ Ospedale Amrita, ha guidato un team di 25 chirurghi e un gruppo di 12 anestesisti in un intervento chirurgico durato 14 ore. Il Dottor Iyer ha spiegato: “Questo intervento era tecnicamente molto più complicato rispetto ai due precedenti trapianti di mano fatti da noi all’Ospedale Amrita. Nei trapianti di mano sopra il polso, i tendini sono ancora collegati tra loro ma in un trapianto dell’avambraccio occorre realizzare queste connessioni con la massa muscolare. Identificare, classificare e collegare i nervi, i tendini e le arterie è molto impegnativo. È per questo motivo che i trapianti di avambraccio sono stati tentati solo un paio di volte in tutto il mondo”.
Il donatore era un ragazzo di 24 anni, Raison Sunny, dichiarato cerebralmente morto dopo un incidente stradale.
Nel gennaio 2015, l’Ospedale Amrita è entrato nella storia della medicina dopo aver effettuato il primo trapianto di mano in India su un paziente di 30 anni, Manu TR. Questa impresa è stata rapidamente seguita da un altro intervento chirurgico, un trapianto di mano nel mese dell’aprile 2015, su un soldato afgano, Abdul Rahim. Questi interventi, insieme a quello di Jith Kumar Saji, sono finora gli unici tre trapianti di mano eseguiti in India.
Dopo l’intervento chirurgico, Jith ha trascorso tre settimane in terapia intensiva e successivamente è stato dimesso. Sottoposto a fisioterapia, ora può utilizzare entrambi i gomiti. È anche in grado di mangiare con il supporto di speciali stecche. Jith avrà bisogno di sottoporsi a fisioterapia ed esercizi di riabilitazione per almeno due anni prima che le sue mani tornino pienamente a funzionare. Inoltre, egli dovrà prendere farmaci immunosoppressori per tutta la vita per prevenire il rigetto delle mani trapiantate.