Questo orfanotrofio, che è anche una scuola, esiste dal 1964.
E’ stato prelevato da Amma nel 1989, su richiesta del fondatore che aveva accumulato molti debiti. Allora gli edifici erano molto deteriorati e le condizioni di vita dei bambini erano miserabili e insalubri. Non vi era elettricità, l’acqua era così rara e scarsa che i bambini e le bambine dovevano lavarsi all’esterno, nei pressi del serbatoio. Il cibo era poco e povero di vitamine e minerali. E non c’era latte
La scuola non disponeva di banchi né di sedie. I bambini erano abbandonati a se stessi e non conoscevano la disciplina.
Uno dei primi compiti dei monaci fu di stabilire orari e disciplina. Fu creata una scatola dei reclami per permettere ai bambini di indicare i problemi e prendere parte alla loro soluzione. Tutte le sere, il personale e i bambini si riunivano per discutere i problemi incontrati nel corso della giornata.
Si intrapresero dei grossi lavori per rinnovare le costruzioni in cattivo stato. Furono costruiti degli alloggi per le bambine, e i gabinetti, una nuova cucina e un nuovo refettorio. Fu installata una pompa per l’acqua e fu attivata l’elettricità. Attualmente, l’orfanotrofio è stato rinnovato completamente grazie alle sponsorizzazioni dell’occidente. I lavori di miglioramento continuano ancora oggi.
L’orfanotrofio ospita attualmente 500 bambini tra i 7 e i 18 anni. Tra loro, solo una cinquantina sono realmente orfani, gli altri lo sono economicamente, poiché i genitori sono troppo poveri per occuparsi di loro. Provengono infatti da tribù, o fanno parte degli strati più poveri della popolazione.
Queste due categorie sono le più svantaggiate e molto in ritardo sul piano dell’istruzione.
In queste tribù del nord del Kerala, regna l’analfabetismo e l’alcolismo e i bambini sono spesso sfruttati. I bambini tornano a casa per due mesi l’anno e i genitori possono quindi verificare che i loro figli stanno bene. Spesso è stato necessario convincerli, perché mancando il cibo, preferivano vedere i loro figli lavorare nei campi piuttosto che ‘sprecare’ tempo per ricevere un’istruzione.
Dieci adulti sono sempre presenti per l’inquadramento e i lavori quotidiani. Tra i bambini è stato stabilito un sistema di aiuto reciproco: i ragazzi e le ragazze più grandi sono riuniti in venti gruppi che si occupano dei bambini più piccoli. In ogni gruppo c’è un responsabile dei compiti di scuola, dei lavori quotidiani da svolgere, dei problemi sanitari. Ovviamente tutto si compie con la mediazione degli adulti. In questo modo i bambini imparano ad aiutarsi gli uni con gli altri.
Accanto all’orfanotrofio si trova una scuola che i bambini frequentano insieme agli altri allievi. In tutto ci sono 1300 alunni. Dal 1991, questa scuola ottiene il primo posto agli esami di diploma degli Studi Secondari della regione. La media delle promozioni supera l’80%.
Si tengono anche corsi di sanscrito, lingua che normalmente è riservata alle classi sociali “più alte”. L’insegnamento dei valori tradizionali si raggiunge anche con lo studio della musica, della danza, del canto…in particolare del Panchavyadam, un genere tradizionale di musica antica dei templi del Kerala.
Quest’arte è generalmente riservata ai ragazzi della caste alte, ma qui tutti i bambini possono accedere a questo insegnamento. I bambini hanno ricevuto numerosi premi nei concorsi culturali regionali.
Dal 1991, è stata attuata una sponsorizzazione occidentale, dapprima negli Stati Uniti e poi in Europa. Su richiesta di Amma l’aiuto apportato riguarda l’orfanotrofio nella sua totalità, piuttosto che un sostegno individuale, in modo che il supporto sia ripartito in modo uguale tra tutti i bambini.
PREMI
Ancora una volta, nel 2008, i bambini della scuola secondaria di sanscrito Amrita, hanno riportato numerosi premi per le loro interpretazioni nella danza, nel dramma, nella satira, nel canto e nella poesia. Queste competizioni, nuove a livello nazionale, fanno rivivere la ricca tradizione artistica che un tempo si trovava nelle corti dei re e nei giardini dei grandi templi.
E’ meraviglioso pensare che alcuni tra i bambini più poveri del paese abbiano la possibilità di partecipare a eventi tanto ambiti, potendovi eccellere. I bambini di Amrita Niketan vi hanno preso parte con entusiasmo anche quest’anno e quelli che hanno ottenuto il primo premio hanno condiviso la gioia del posto d’onore con tutti i fratelli e sorelle dell’orfanotrofio e con i loro educatori.
MOMENTI DI GIOIA CONDIVISA
“Vogliamo cantare e danzare con te!”, hanno gridato i bambini ad Amma quando, a settembre, prima del suo tour d’Europa, ha donato loro l’ultimo darshan. Sebbene fosse rimasta seduta per circa 15 ore, Amma ha ascoltato con un sorriso la loro richiesta. Il giorno seguente, il tempo di Amma era occupato da riunioni dell’ultimo minuto con i residenti dell’ashram.
Quando è salita sul palco per i bhajan della sera, i bambini di Amrita Niketan, le hanno ricordato ormai senza speranza: “Amma, domani dobbiamo ritornare a scuola!”. Come una madre non può mai ignorare quello che desidera il cuore dei suoi figli, quella stessa sera, alle dieci, Amma ha invitato i bambini a raggiungerla in piscina. E ha invitato anche gli altri residenti dell’ashram!
Uno a uno, i bambini si sono avvicinati ad Amma per farsi spingere in acqua. Sia i timidi che i più coraggiosi, tutti erano felici di ricevere da Amma il “darshan della spinta”. Amma ha riso delle loro buffonerie acquatiche, ha raccontato loro delle storie e ha cantato dei bhajan. A mezzanotte Amma ha dovuto ritirarsi, ma i bambini sono andati a dormire felicissimi e appagati!
500 BAMBINI, 500 STORIE
Un giorno, Brahmachirini Meera, una professoressa di sanscrito, ci ha raccontato alcuni ricordi toccanti che riguardavano le famiglie che aveva conosciuto durante i suoi anni di insegnamento nella scuola di Amrita Niketan. Noi pensavamo che le tragiche storie di suicidi dei genitori, di delitti, di violenze, di incesti, fossero solo la situazione si alcuni bambini sfortunati. “Oh no!”, ci ha assicurato Meera, “Ci sono 500 bambini e 500 storie simili!”.
Quando siamo stati assaliti dall’orrore, mi è tornato in mente una sera di qualche anno fa, quando eravamo seduti con Amma e i bambini di Amrita Niketan. Amma stava per mettersi a danzare con loro. Mentre la guardavano, i volti dei bambini brillavano. E noi aspettavamo. Ma Amma era malinconica in un modo particolare, perché, come ha spiegato una volta, quando vede tutti quei bambini, vede contemporaneamente la triste storia che ciascuno di loro porta in sé.
Ascoltando le storie di Meera, mi sono sorpresa a comprendere quanto sia facile dimenticare quali orribili realtà incoraggino il tanto importante lavoro di Amrita Niketan, luogo di vita e rifugio educativo. È senza dubbio grazie all’immensa compassione di Amma se tanti bambini, vivendo vicini gli uni agli altri, anno dopo anno, possono cominciare a superare le profonde ferite della loro infanzia. L’ambiente scolastico, le attività artistiche extra scolastiche, le visite all’ashram di Amritapuri, il darshan di Amma, tutto contribuisce alla missione di guarigione che è il cuore di Amrita Niketan.
Chiesi a Meera: “Come succede che questi bambini eccellono nei programmi artistici?”. Lei rispose: “La nostra scuola è la più grande del Kerala e abbiamo un numero di professori molto più alto delle altre scuole. Amma ha sempre insistito che i bambini di Niketan avessero i costumi e gli strumenti per partecipare ai concorsi e, grazie ai loro sforzi e alla loro riuscita, potersi ricostruire una vita”.