Terzo giorno: 30 marzo 2011 – Resoconto di Viveka
Ishinomaki, Prefettura di Miyagi
Oggi ci siamo trasferiti nella penisola in cui molti villaggi sono stati travolti dallo tsunami. L’area vicino al porto puzzava di putrido. Ci siamo fermati vicino a un piccolo alloggio temporaneo per circa 80 persone.
Abbiamo distribuito magliette con le maniche lunghe, pantaloni, alcuni medicinali, kit igienici e snack e ci siamo informati su cosa avessero bisogno. Ci hanno risposto che volevano delle penne e dei quaderni per fare gli elenchi delle cose necessarie per tornare alla normalità. Hanno bisogno di calzature – sia sandali che stivali da pioggia per indossare nei lavori pesanti di pulizia delle zone danneggiate. E hanno bisogno di biancheria ma non di prodotti per l’igiene femminile – la maggior parte delle persone qui sono anziane e le donne sono già in menopausa.
I rifugiati ci hanno detto che alcune organizzazioni distribuiscono tutti i giorni dei sacchi di riso e che da un gruppo di Hokkaido hanno ricevuto dei fornelli a legna rivelatisi molto utili: così non sono più costretti a dipendere dal gas o da altro combustibile. I fornelli hanno dato loro un senso di indipendenza; quando siamo arrivati, le donne erano impegnate a preparare la colazione proprio con questi.
I rifugiati sono molto amichevoli e ci accolgono con grandi sorrisi, nonostante abbiano perduto tutto e il loro cuore è chiaramente pieno di dolore, sono molto cordiali con noi. Non so perché, ma mi hanno ricordato i dolci sorrisi sui volti degli abitanti del Karnataka che hanno perso le case nell’alluvione del 2009, quando il nostro gruppo è andato a costruire per loro delle nuove abitazioni.
Perché sono sempre le persone migliori a perdere tutto? Forse quando lasciamo andare ogni cosa, possiamo diventare ciò che siamo davvero.
Io passo del tempo con il capo gruppo di questo rifugio. Mi preoccupo per la sua salute perché fa molto freddo. Lui mi rassicura: “Ho già toccato il fondo. Ora posso solo risalire”.
Più tardi ritorniamo con le forniture promesse. Tutte le anziane signore sono molto eccitate di poter scegliere della biancheria da uno scatolone, è così bello vedere i loro sorrisi pieni di gioia. Intorno, gli uomini anziani scherzano con le mogli: “Hei Kaachan (Madre), che cosa ti sei messa in testa?”.
E tutti ridono.