“Cooperare e non competere”, è una delle attitudini che ci aiuta a proseguire nell’attuazione e continuo miglioramento di un progetto.
Il punto di vista del singolo non è obiettivo, abbiamo bisogno di altri occhi, altre percezioni, altre menti. Quando questa ricchezza di possibilità si realizza grazie all’integrazione delle differenti visioni non si ottiene solo la somma dei risultati che ciascun singolo apporta, ma un risultato esponenziale. Questo pensiero contenuto nel manuale di permacultura integrale scritto da Saviana Parodi, è il concetto che ha guidato e che hanno messo in pratica i volontari che nei primi giorni di Novembre si sono incontrati presso il Centro di Amma di Gavi. Ciascuno ha dato un suo contributo: intuizioni, forza fisica, entusiasmo, partecipazione, conoscenze e impegno al fine di realizzare varie attività per rendere il suolo (che negli anni aveva subito vari interventi umani) più sano e vitale. Insieme abbiamo realizzato il bokashi, una tecnica di origine giapponese praticata da anni in Sud America, che tramite un processo di compostaggio rapido consente di avere un ottimo fertilizzante naturale ricco di microrganismi e sostanza organica che nel tempo si trasformano in humus con minerali e oligoelementi facilmente assimilabili dalle piante.
Il gruppo ha inoltre pensato e poi realizzato un terrazzamento con una palificata in legno sul pendio sopra all’orto (creato qualche mese fa dai volontari) per contenere il letame generosamente donato da una persona del luogo. Il letame verrà utilizzato per migliorare la struttura del suolo fertilizzandolo così in modo naturale.
In accordo con un’altra attitudine suggerita dalla permacultura: “rendi gli scarti una risorsa”, per cui ogni scarto è una forma di energia che ha bisogno di essere trasferita o trasformata in altro affinché rilasci energia utile, i volontari hanno collaborato nella riduzione in piccoli pezzi delle ramaglie accumulate in questo primo anno del Centro a seguito delle varie potature. Il cippato ottenuto è stato utilizzato per creare uno strato di pacciamatura a protezione del terreno delle aiuole di fiori e piante officinali che circondano gli edifici. La pacciamatura, come ci insegnano i terreni naturali che non sono mai nudi, assolve a varie funzioni: protezione dagli agenti atmosferici e trattenimento dell’acqua altrimenti perduta per evaporazione, nutrimento e conservazione del terreno e controllo delle erbe spontanee.
Nel terreno antistante l’edificio principale i volontari hanno messo a dimora alcuni alberi da frutto di specie antiche e coltivati con sistemi naturali. Questi alberi produrranno del cibo per le persone che soggiornano al Centro e forniranno un ombreggiamento lungo il primo tratto della passeggiata che poi sale lungo il perimetro esterno dei terreni.