Dal 22 al 26 Marzo abbiamo avuto il piacere di ospitare nuovamente al MA Center Italy il Corso introduttivo alla Permacultura tenuto da Saviana Parodi Delfino.
Durante gli incontri del 2023 con la guida di Saviana, a seguito dell’osservazione del luogo e in considerazione delle forze disponibili e delle esigenze del Centro, il gruppo aveva iniziato a sviluppare un progetto per gli spazi aperti. Nei mesi successivi sono stati realizzati alcuni interventi quali la predisposizione di una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana da una falda del tetto dell’edificio principale, la formazione di cumuli vegetali e letame per migliorare la fertilità del suolo e la produzione di cippato.
“E’ più importante il viaggio che la meta”, è una delle attitudini della permacultura che ci invita a non avere come fine ultimo la realizzazione del progetto ideale dell’inizio, ma piuttosto quello di mettere in pratica parte del progetto mantenendo una costante osservazione su di sé e il contesto intorno adattandosi alle diverse situazioni. La progettazione dell’area verde del Centro basata sulla permacultura è un continuo processo in divenire e miglioramento grazie ai vari attori e volontari coinvolti.
Nell’ambito di questo secondo corso abbiamo iniziato ad attuare parte delle opere del progetto di permacultura atte a modificare la conformazione di due zone: la prima è la zona dell’orto, la seconda quella del boschetto nativo. In entrambi i casi le modificazioni delle pendenze aiutano a regimentare le acque piovane così che potranno rimanere nel sistema anziché essere disperse come avveniva precedentemente. Un sistema fertile ha la capacità di intrappolare, accumulare e trasferire energia in maniera efficiente e senza inutili sprechi o dispersioni. L’orto si trova in una zona in pendenza esposta a sud; l’orografia del terreno è stata in parte modificata con la realizzazione di un susseguirsi di terrazzamenti su ciascuno dei quali a monte si trovano i percorsi e a valle le fasce coltivabili. I percorsi sono leggermente più bassi rispetto alle fasce coltivabili (fosse livellari) in modo da rendere più agevole la raccolta degli ortaggi, per accumulare l’acqua che ha così modo di penetrare nella zona del coltivo e per frenare l’erosione del terreno. Nei percorsi è stato sparso del cippato ricavato dalla potatura degli alberi ed è stato seminato del trifoglio. I bancali sono stati piantumati con carciofi e asparagi per introdurre colture perenni e poliennali, varie specie di cipolle e agli per migliorare la fertilità del suolo e la protezione dai patogeni, favino e erba medica in quanto azoto-fissatori, oltre che nasturzio, barbabietola rossa, coriandolo, rucola, daikon, e porro. La zona prevista per la realizzazione di un boschetto nativo si trova su due versanti che costituiscono un impluvio che raccoglieva le acque meteoriche. Alcuni anni fa le acque meoriche sono state in parte deviate verso l’esterno con un canale. In accordo con l’attitudine di trovare sempre soluzioni possibili che non danneggino altre esistenze o altri sistemi vicini o lontani e che non abbiano effetti collaterali dirompenti e inaspettati, al fine di evitare che le acque vengano convogliate totalmente nel canale artificiale, cosa che attualmente sta concorrendo al cedimento del terreno più a valle, sono stati introdotti sistemi semplici ma efficaci: la realizzazione di alcune skyline nella zona dell’impluvio. Si tratta di un’escavazione di circa trenta/quaranta centimetri lungo linee leggermente più chiuse rispetto alle linee isometriche. Il terreno scavato è stato riportato immediatamente a valle rispetto allo scavo e su tale terreno verranno piantati alberi e arbusti nativi e altre piante da frutto o edibili. Nel tempo, grazie al vento, nelle fosse si accumuleranno foglie e altre sostanze organiche che daranno luogo alla formazione di humus in modo naturale e gli ammassi di terra creeranno differenze importanti di temperatura e umidità che danno origine a movimenti di energia e possibile condensa, oltre che costituire ottimi rifugi per numerosi organismi macro e micro. Nel gruppo dei volontari e dei corsisti si è creato un clima di armonia e allegria, e ognuno si è portato a casa bellissime esperienze e conoscenze e la voglia di condividerle con altri.