Messaggio di Natale 2015 di Amma

Amritapuri, 25 dicembre 2015

Proprio come accade per gli anniversari della nascita di altre grandi incarnazioni e di esseri realizzati, il Natale risveglia nel cuore della gente la vibrazione della bontà, della speranza e della compassione. Questo giorno ci ricorda di cosa dovrebbe essere colmo il cuore umano, non di egoismo e di odio, ma di devozione a Dio e di amore verso i nostri simili. I nostri pensieri e le nostre azioni dovrebbero diventare così permeate di bontà da riuscire a illuminare la divinità che risiede in noi. Il Signore Krishna, il Signore Rama, Buddha e Gesù Cristo hanno vissuto su questa terra migliaia di anni fa, ma hanno lasciato impronte indelebili nel cuore degli uomini e, se vogliamo raggiungere le sponde della pace e della felicità eterna, tutto quello che dobbiamo fare è seguire il percorso che loro ci hanno mostrato.

 

 

Le impronte lasciate sulla terra sono destinate a dissolversi e a scomparire ben presto, ma quelle impresse nel cuore permangono: è per questo che ci ricordiamo le vite dei mahatma anche quando hanno lasciato i loro corpi fisici da tanto tempo. La loro vita e i loro insegnamenti sono molto pratici: servono a ricordarci lo scopo della vita umana, infatti essi non hanno vissuto per loro stessi, ma per il bene del mondo. Quando ci ricordiamo del loro esempio di vita, si risveglia in noi una bontà innata che ci aiuta a diventare compassionevoli verso il nostro prossimo, che ci porta a superare l’egoismo e la rabbia, arrivando così ad aspirare a diventare più amorevoli e che ci spinge a pentirci quando ci arrabbiamo e a pregare per diventare capaci di perdonare.

Ci si può chiedere: “Non ci vengono alla mente però anche le persone che hanno fatto del male?”. Sì, ma quando pensiamo a loro, non siamo così ispirati come quando ci rammentiamo di coloro che erano la personificazione della bontà; pensare alla vita delle grandi anime è come visitare una fabbrica di profumi: senza che facciamo nulla, i vestiti si impregnano di profumi. Al contrario, indugiare col pensiero sulla vita dei malvagi è come entrare in una fabbrica di carbone: i nostri vestiti si ricoprono di fuliggine, anche se non tocchiamo il carbone con le mani.

Nel corso della sua vita, Gesù Cristo ha dimostrato una profonda compassione e umiltà. Normalmente, le persone rispettano gli altri solo se appartengono a una famiglia prestigiosa, altrimenti non dimostrano loro molto rispetto. Vediamo gli altri attraverso la lente del nostro ego. Tuttavia, nella spiritualità, accogliamo il prossimo senza alcun pregiudizio. Da qualsiasi parte arrivi la bontà, dobbiamo accettarla. Questo è ciò che i grandi maestri ci insegnano.

E non solo: Gesù non visse come un re, come molti si sarebbero aspettati da lui, ma come uno fra i tanti, come il servo di tutti e per questo, i poveri e gli afflitti potevano avvicinarlo facilmente. Per quanto alto sia il nostro livello sociale nella vita, dovremmo avere l’apertura mentale di vedere tutti uguali a noi e in realtà, questo è uno stato elevato! Se non possiamo raggiungerlo, dovremmo almeno vederli senza rabbia e senza odio. Viviamo in tempi in cui si è persa la comunione della fratellanza e tutti pensano solo a cosa possono prendere dagli altri. Può risultare difficile vedere tutti uguali a noi, ma quando avremo compreso la spiritualità, saremo in grado di realizzare questa prospettiva.

Attualmente, noi dipendiamo dagli altri per la nostra felicità e, a causa di questa dipendenza, stiamo perdendo lo sperimentare la vera libertà; inoltre a causa di un tale attaccamento all’ego non riusciremo a conoscere il nostro vero Sé. Quando una barca è ormeggiata alla riva, è inutile remare anche con tutte le forze, essa non si muoverà in avanti nemmeno di un centimetro. Allo stesso modo, se vogliamo progredire nella spiritualità, dobbiamo rinunciare ai concetti di “io” e di “mio”. Dobbiamo capire che siamo solo strumenti nelle mani del Divino e che il potere divino è ciò che ci permette di agire!

Siamo in grado di controllare le cose solo in parte: al di là di tutto, è la grazia divina che fa accadere le cose. Dobbiamo impegnarci in un atteggiamento di abbandono. Anche quando si vince una gara, per ricevere la medaglia, occorre piegare la testa e inchinarsi: l’umiltà è la chiave che apre il cuore.

 

L’obiettivo della vita di ogni mahatma – o grande anima – è quello di guidare gli altri a trovare il cielo dentro se stessi. Essi ci mostrano che le buone azioni ci avvicinano a Dio. Attraverso la sua vita, Gesù Cristo, ha insegnato al mondo che la società premia un ricercatore spirituale solo con una corona di spine. Tutti i mahatma hanno dovuto affrontare molte sfide nel corso della loro vita, ma poiché hanno avuto l’esperienza della verità, nulla poteva fermarli.

Se fumate, fate alla vostra famiglia il regalo di smettere di fumare per questo Natale. Con i soldi che risparmiate rinunciando a questa abitudine potrete aiutare una persona bisognosa e avrete pure salvaguardato la vostra salute. Se siete alcolizzati, chiedete aiuto per smettere di farlo in nome dell’amore per la vostra famiglia; la famiglia ne sarà felicissima e la vostra salute non si guasterà. Se siete in sovrappeso, smettete di mangiare cibo senza ritegno e prendete l’abitudine di assumere porzioni minori di cibo più nutriente. Fare questo aiuta a diventare meno ossessivi e migliorerà la vostra salute.

Tali doni, che nascono dal sacrificio, portano una gioia senza fine. Amma non dice che non dobbiamo inviare biglietti di auguri e regali, o fare altre cose del genere, perché ciò può lasciare ai nostri cari testimonianze di affetto, ma che i veri doni sono quelle azioni con cui facciamo veramente del bene agli altri. Questo è il modo giusto di celebrare il Natale.

Celebrazioni come il Natale sono anche un richiamo per coloro che non conoscono la meta della vita umana. Dal punto di vista degli antichi saggi dell’India, tutti sono figli di Dio. La voce del guru risveglia il discepolo che è in un profondo letargo invernale. Cosa dice la voce? “Questa è la nascita di una nuova era! Dovreste essere i suoi creatori. Quindi, svegliatevi! Risorgete! Caricatevi con gioia sulle spalle il fascio del sacrificio e della rinuncia! Questo fardello non è un peso, piuttosto, ci darà ali per volare alti nel regno dell’anima, il vero Sé”.

Possa lo spirito del Natale ispirare i miei figli a librarsi nel mondo della pace e della gioia. Possa la grazia divina scendere su di voi, sempre.