Le palline di argilla e semi: una tecnica di agricoltura naturale messa a punto dal maestro giapponese Fukuoka

Abbiamo organizzato e partecipato ad un incontro teorico-pratico per avvicinarci alla terra con umiltà e semplicità. Barbara Garofoli dell’azienda agricola Acquasanta di Città della Pieve in Umbria ci ha aperto ad una nuova visione, una vera rivoluzione del rapporto tra l’uomo e la natura.
Abbiamo appreso una semplice tecnica di agricoltura naturale messa a punto dal maestro giapponese Fukuoka che ha studiato metodi in grado di sostenere l’opera della Natura, riducendo all’essenziale le azioni umane.

Creare dischetti e palline con un impasto di argilla e acqua permette di proteggere da insetti predatori e siccità una miscela di semi prima di offrirli alla terra.

 

 

LA FILOSOFIA

 

Nessuno di noi ha sufficienti conoscenze per sapere la composizione del terreno, la fertilità, l’umidità, quando pioverà, il potere germinativo di ciascun seme, quale seme è più adatto al terreno e poi quanto sole e pioggia ci saranno e quale fase lunare è la più giusta per seminare……
Il metodo proposto da Fukuoca ci insegna a riporre fiducia nella natura stessa limitandoci a creare le condizioni giuste perché essa possa agire liberamente. Il nostro compito è quello di osservare i meccanismi naturali, proteggerli e fornire un grande numero di possibilità.
Chi può arare nel periodo migliore, quando la terra è più soffice e ha il giusto grado di umidità? E chi saprà quanto andare in profondità? …. Osserviamo: piante come bulbi di fiori, carote, rape, ravanelli sviluppano radici molto grosse e profonde e realizzano una “aratura” del terreno spingendosi in profondità e creandosi uno spazio.
Chi può concimare il terreno fornendo gli elementi chimici necessari e nel periodo in cui la terra è più ricettiva?….Osserviamo: ci sono piante come tutte le leguminose, equiseto etc. che attecchiscono su terreni poveri, rimineralizzano e creano nuovo humus. Sarà sufficiente lasciarle dove sono nate permettendogli di rilasciare le sostanze di cui sono ricche.
Chi sa quanta acqua serve a un seme per germinare e in quale momento?…. Osserviamo… Questa tecnica prevede che un denso strato di argilla ricopra il seme. L’argilla è in grado di assorbire e conservare l’umidità ma è immune da muffe e batteri. Questo strato di argilla dunque fornirà al seme una riserva di acqua disponibile al bisogno e anche una protezione dal freddo e dai predatori naturali.
Il metodo di Fukuoka prevede anche che, quando raccogliamo i frutti e i semi che ci occorrono dobbiamo lasciarne alla terra almeno il 20% , in questo modo diamo la possibilità che alcuni semi possano di nuovo germogliare e creare nuove piante.
Questa strategia non ci permette di programmare cosa nascerà e quando, noi diamo e poi attendiamo i frutti, con pazienza e fiducia. Un seme piantato oggi potrebbe trovare le condizioni giuste per germogliare tra due anni o anche molto di più…..

 

 

COME SI FA

 

SCEGLIERE I SEMI

E’ meglio usare sementi biologiche, autoprodotte, raccolte o anche acquistate. Lo scambio di semi tramandati dai coltivatori è il metodo migliore per avere semi di provenienza certa, non ibridi, i cui frutti daranno a loro volta semi fertili.
E’ molto importante che la miscela di semi sia ricca di varietà con caratteristiche e necessità diverse, maggiore sarà il numero di varietà presenti, maggiore sarà il numero delle possibilità che terreno e semi trovino la giusta sinergia.
Bisogna valutare anche la dimensione dei semi: nel volume totale della miscela il 40% deve essere composta da semi piccoli, il 40% da semi medi e il 20% da semi grandi. I semi di piante da frutto devono essere pochi, leguminose (quelle a seme piccolo) e piante da sovescio possono essere la maggioranza perché sono piante che creano humus per le altre piante.
Le piante annuali preparano le condizioni affinché le perenni possano nascere, crescere e fruttificare, gli alberi germoglieranno e riusciranno a svilupparsi per ultimi.
Attenzione I legumi vanno lasciati in ammollo da un minimo di mezz’ora (legumi piccoli tipo gli azuki) ad un massimo di un’ora e mezza (legumi grandi) poiché sono semi che assorbono molta acqua e una volta all’interno della pallina di argilla tenderanno ad aumentare volume spaccando la pallina.

 

 

LAVORARE L’IMPASTO
L’impasto è composto, in volume, da 40 parti di polvere di argilla e una di semi. Una volta liberata l’argilla dai sassi, si versano i semi e si mescola bene, poi si aggiunge l’acqua. L’impasto deve risultare abbastanza corposo, se facciamo un cilindro e lo appoggiamo al bordo del tavolo in modo che i due terzi sporgano, non si deve piegare ne tanto meno spezzarsi. Dopo aver mescolato e impastato per bene si passa a una fase fondamentale della lavorazione, la battitura. Si prende una quantità di impasto grande come un melone e si sbatte con forza sul tavolo per almeno 100 volte girandolo e rivoltandolo ad ogni colpo, questo permette di far uscire tutta l’aria e di allineare le molecole dell’argilla in modo che il tutto abbia la giusta compattezza. Il risultato è raggiunto quando premendo col dito su questa pagnotta esso non affonda, ma si sente elasticità e liscezza (diciamo che per capire bene ci vogliono un po’ di prove)
A questo punto l’impasto è pronto per realizzare palline della grandezza di un’albicocca (diametro di 4 cm) e dischetti del diametro di 4/5 centimetri alti 1/2 centimetri. Vanno tenuti al sole per due o tre giorni ma è meglio ritirarli durante la notte per evitare la rugiada notturna. Sono pronti quando spezzandone uno si cerca un seme e con l’unghia si verifica che non sia morbido ma ben asciutto e duro.

 

 

DONARE LE PALLINE E I DISCHETTI ALLA TERRA
Dischetti e palline vanno lanciati sul terreno. La diversa forma è stata scelta perché le palline possono rotolare e i dischetti invece si fermano dove cadono. Inoltre i dischetti assorbono più pioggia. La semina alle nostre latitudini si fa in autunno e, sempre con l’intento di offrire il maggior numero di possibilità ai semi, una volta scelto il periodo migliore, prima del gelo e dopo le piogge (diciamo tra ottobre e novembre), si dividono palline e dischetti in tre gruppi e si effettuano tre semine a distanza di 15 giorni una dall’altra.

 

 

SE AVETE UN TERRENO MOLTO SCOSCESO

Né le palline né i dischetti di argilla sono adatti alla coltivazione di terreni molto scoscesi perché rotolerebbero o scivolerebbero verso il basso lasciando scoperta la parte alta.
in questo caso bisogna utilizzare una variante del metodo: si realizza un impasto più morbido, tipo polenta, senza né batterlo né modellarlo, se ne prende una manciata con la mano e la si lancia direttamente sulla parete.

 

{phocagallery view=category|categoryid=90|displayname=0|displaydetail=0|displaydownload=0|bordercolor=#376600|bordercolorhover=#66cc00}