22 settembre 2006 — Amritapuri
Intervista con Olara A. Otunnu, ex Sottosegretario Generale dell’ONU
Olara A. Otunnu ha visitato di recente Amritapuri. Nel 2005 Olara A. Otunnu concluse il proprio mandato di otto anni quale Sottosegretario Generale e Rappresentante Speciale del Segretario Generale per i Bambini nei Conflitti Armati dell’ONU. Durante l’incarico, Otunnu è stato una voce morale e un sostenitore dei bambini colpiti dai conflitti, promuovendo misure per la loro protezione in tempo di guerra, cure e reintegrazione sociale nel periodo immediatamente successivo ai conflitti.
Otunnu ha raccontato ad Amma che aveva voluto recarsi ad Amritapuri per ringraziarla personalmente dell’amore che lei dona al mondo.
“Abbiamo bisogno di te nelle più importanti parti del mondo, in America Latina, in Asia, in Africa, in America, dove le persone hanno sete d’amore, di cure e di sentirsi accettate ed amate”, ha affermato.
Olara Otunnu ha chiesto ad Amma sostegno e consiglio sull’organizzazione internazionale indipendente che ha recentemente fondato a New York, la LBL Foundation for Children, che promuove la protezione, la speranza, la cura e l’educazione dei bambini nelle comunità devastate dalla guerra.
Ha affermato anche di voler attrarre l’attenzione di Amma sul genocidio che devasta il suo paese natale, l’Uganda, dove da 15 anni quasi due milioni di persone vivono in campi di concentramento con 1500 morti alla settimana. “Abbiamo bisogno dei pensieri positivi e delle preghiere di Amma per porre fine a questo genocidio,” ha detto ad Amma.
Negli anni ’70 Otunnu ha rivestito un ruolo primario nella resistenza al regime di Idi Amin. Ha servito anche quale Rappresentante Permanente dell’Uganda presso le Nazioni Unite, ricoprendo la carica di Presidente del Consiglio di Sicurezza (1981), Presidente della Commissione dei Diritti Umani (1983-84), Vice Presidente dell’Assemblea Generale (1982-83) e Facilitatore delle Negoziazioni Globali (1982-83).
Perchè è venuto in India?
Otunnu: Il motivo originario era quello di recarmi a Mumbai per ricevere un premio, il Global Award for Contribution to Human Rights (il premio globale per il contributo ai diritti umani).
Ho incontrato Amma a New York all’inizio dell’anno e le ho detto che mi sarebbe piaciuto molto andare a vedere personalmente dove vive, per così dire in loco, e porgerle di persona i miei omaggi e il mio tributo. Così, dopo le cerimonie del premio, ho deciso di venire in Kerala e vedere dove è nata, dove è cresciuta e dove svolge la maggior parte della sua opera.
Come è stato incontrare Amma?
Otunnu: Ero molto commosso dall’incontro. Prima dell’incontro, naturalmente, l’ho vista al darshan. Stava ricevendo molte persone.
E il modo in cui le persone le portano i propri problemi, i pesi, il dolore e come sembrano lasciarli sulle sue spalle, e il conforto e il senso di sollievo che sembrano provare quando la lasciano, mi hanno molto commosso.
In seguito sono riuscito ad avere un incontro privato con lei durante il quale mi ha raccontato come abbia costruito tutto questo, iniziando dal suo villaggio, spostandosi poi in altre parti del Kerala, poi dell’ India, fino a diventare di portata mondiale: è straordinario.
Lei è così semplice, modesta, eppure è straordinario il potere col quale è in grado di portare avanti i suoi progetti; un’esperienza molto, molto commovente. Ho avuto uno scambio interessante con lei sull’opera umanitaria che sostiene, sull’istruzione che offre ai bambini e su alcuni progetti che sta portando avanti in questo momento, su come sia diventata il sostegno di chi ha sofferto per lo tsunami. E oggi sono riuscito a vedere alcune di quelle case costruite in quel momento: è fenomenale cosa sia stata in grado di fare.
Per una persona con un’esperienza pluridecennale nell’ambito degli interventi umanitari, qual è il suo parere sull’opera umanitaria di Amma, la sua impressione?
Otunnu: E’ straordinaria, ho partecipato alle attività dell’ONU, delle organizzazioni non governative ed è difficile avere risultati buoni e di qualità, nonostante tutte le buone intenzioni nel mondo, non è facile. Per risultati di qualità intendo fornire servizi di qualità ai bisognosi, ai sofferenti. E farlo in modo tempestivo è estremamente difficile, soprattutto nel mezzo di un grande disastro, di un’emergenza di massa come lo tsunami.
Un altro problema che affrontiamo in termini di interventi internazionali è quante delle risorse mobilitate per il sostegno dei bisognosi raggiungono chi sta fornendo sostegno, il personale.
Sia per l’ONU che per le organizzazioni non governative, le spese amministrative sono tendenzialmente abbastanza elevate rispetto al beneficio effettivo per le persone realmente bisognose.
Sono stato particolarmente colpito da come quanto viene generato, il denaro che viene mobilitato, vada in effetti direttamente a chi ne ha bisogno. E’ notevole. Mi ha colpito molto il modo in cui riesce a far quadrare la formula.
Agisce in modo spontaneo e istintivo. E questo ha accelerato e dato slancio, ha tagliato la burocrazia e ha permesso di ispirare le persone e di spingerle a dare un sostegno tempestivo e di qualità a chi ne aveva bisogno. E’ straordinario. Penso che le organizzazioni non governative internazionali e le agenzie dell’ONU abbiano qualcosa da imparare dall’opera di Amma e da quello che è riuscita a costruire.
Cosa pensa che Amma abbia da offrire a questo mondo?
Otunnu: Nel mondo si vedono molto odio, massacri, cattiverie, sofferenza e di disperazione. E ciò che lei è riuscita a dare a molte persone… è un senso genuino di amore, di sentirsi amati, di sentirsi accuditi e sollevati dalla propria disperazione. E oggi il mondo ha bisogno molto di amore e Amma ce lo dà. Amma ha il senso dell’amore e del conforto.
Cosa pensa di portare via con sé dopo questa visita?
Otunnu: Sono semplicemente molto commosso da quello che ho visto. Sono rimasto molto colpito nell’incontrarla, nell’avere un momento privato con lei, vedere le persone arrivare e ricevere il suo darshan e osservare alcuni dei progetti che ha realizzato qui.
Parto quindi molto, molto commosso e con il desiderio di imparare il più possibile da questa esperienza. Inoltre, desidero parlare al mondo di questo fenomeno che diffonde amore e buona volontà e sostiene e dà conforto ai bisognosi, ai sofferenti, ai disperati e a chi vive nel dolore.
Sono felice di essere venuto qui e di aver visto di persona quest’opera straordinaria.