Le leggende di Holi ci insegnano a liberarci dell’ego

marzo 2017

 

La felicità e l’amore appaiono solo quando tutti i confini creati dalla mente si dissolvono

“Holi simboleggia la felicità sconfinata. Mentre ci godiamo queste festività sacre, è nostro dovere ricordare che, in realtà, esse hanno il compito di rammentarci della beatitudine interiore e dell’unità che sono nella nostra natura e sono la pura essenza della vita. Quando tutti i corpi e i volti sono ricoperti di colori, le differenze esterne svaniscono e tutti hanno lo stesso aspetto. La vera felicità e il vero amore nascono solo quando tutti i confini creati dalla nostra mente si dissolvono.

“Vi sono diverse leggende associate a Holi. La più importante è la storia di Prahlada. Sin da bambino, Prahlada era un fervente devoto del dio Vishnu, a cui si era totalmente abbandonato. A ogni modo, suo padre, il re demone Hiranyakashipu, nella sua follia egoica, si autoproclamò dio. Hiranyakashipu dichiarò apertamente che nessun altro dio, all’infuori di lui, doveva essere adorato. Ordinò che tutti i suoi sudditi cantassero solo il suo nome. Nonostante ciò, Prahlada continuò a rivolgere le sue preghiere innocenti a Vishnu. Infuriato, Hiranyakashipu decise di fare uccidere Prahlada. Architettò molti piani a questo scopo, ma Prahlada sfuggiva sempre miracolosamente e la sua devozione non faceva altro che crescere.

“Una volta, Hiranyakashipu chiese a sua sorella Holika di sedersi su una pira ardente con Prahlada in grembo. Holika aveva precedentemente ricevuto una benedizione che l’aveva resa immune al fuoco. Ma, grazie alla sua fede innocente e alla sua assoluta devozione, Prahlada ne uscì illeso. Holika, tuttavia, pagò per il suo ignobile gesto morendo inghiottita dalle fiamme. Oggi questo evento viene rievocato con Holika dahanam.

“Il racconto dell’ascesa e del declino di Hiranyakashipu ha un significato intrinseco: quando un leader diventa egoista, egocentrico e ubriaco del proprio ego, dimentica di essere solo un essere umano limitato. Non dovremmo mai dimenticare che, nella vastità dell’universo, tutti gli esseri, inclusi gli esseri umani, non sono altro che minuscole creature. La storia ci ricorda che quando perdiamo l’umiltà di fronte alla divinità, la legge del karma prima o poi ci correggerà.

“Prahlada dimostra il potere di una fede e di una determinazione incrollabili. Sebbene fosse solo un bambino, Prahlada dovette sopportare molte circostanze avverse e disavventure prima che Dio finalmente gli apparisse davanti. Questo mostra che, non solo nella spiritualità ma in tutte le sfere della vita, se desideriamo ottenere grandi raggiungimenti, abbiamo bisogno di molto amore, fede, dedizione e arresa. Soprattutto, dobbiamo invocare la grazia del potere supremo, Dio”.
Amma