Amritapuri, 15 Aprile 2015
Estratto dal messaggio di Amma durante Vishu, il Capodanno del Kerala.
La celebrazione del festival di Vishu è una manifestazione della nostra profonda connessione con la natura. Il fiore Kani Konna, il frutto Kani Vellari e tutti i diversi frutti utilizzati per celebrare Vishu non sono semplicemente benaugurali di un raccolto prospero, ma simbolizzano anche l’amore e il rispetto che i nostri antenati ebbero per la natura.
Il Sanatana Dharma, cioè la religione induista antica, ci insegna che Creazione e Creatore non sono due entità, ma una soltanto; la Natura è la forma visibile di Dio. Nostra madre potrebbe aver cura di noi per due o tre anni, ma la madre terra ci permette di camminare su di lei per tutta la vita. Nostra madre potrebbe permetterci di sputarle addosso, finché siamo piccoli, ma la madre terra, accetta i nostri rifiuti per tutta la nostra vita, perdona i nostri errori e continua a dare e dare.
Nel passato, la Natura era come Kamadhenu – la mucca che realizza tutti i desideri. Oggi, quella mucca è vecchia e malata e incede verso la morte e siamo noi i soli responsabili di tutto ciò; lo sfruttamento indiscriminato della Natura somiglia all’atto di tagliare proprio il ramo dell’albero sul quale siamo seduti.
Ad ogni celebrazione di Vishu siamo chiamati a ricordare anche le nostre perdite senza fine. L’agricoltura è ormai quasi del tutto scomparsa in Kerala. Anche gli ortaggi, utilizzati per le decorazioni del Vishu, sono importati da altri paesi.
Abbiamo bisogno di recuperare la connessione interiore che in origine avevamo con la Natura. Abbiamo bisogno di proteggere la Natura. Dobbiamo risvegliarci dalla nostra inerzia. Un albero offre frutti e riparo, purifica l’acqua e l’aria. Offre ombra anche a chi lo abbatte. Insegnate alle giovani generazioni l’importanza del piantare alberi. Solitamente, in occasione del Vishu, gli adulti donano ai bambini del denaro e augurano loro un prospero anno nuovo. D’ora in poi, oltre a questo regalate ai piccoli anche un alberello, questo sarà il Vishuthaineettam.
Alcuni studenti del nostro college dicono: “Amma, eravamo abituati a pensare alla Natura come a qualcosa di inerte, ora la sentiamo viva. Prima strappavamo foglie inutilmente, ora sentiamo di non volerne togliere nemmeno una, se lo facciamo, avvertiamo come uno shock elettrico dentro di noi. Non danneggiamo più la natura!”.
Dunque, l’amore per la Natura può essere risvegliato e coltivato.
Quelli che coltivano, continuano a farlo ovunque si trovino. Anche se vivono in una piccola stanza, semineranno qualcosa in un angolo, dato che sono stati abituati ad amare la Natura, e non abbandoneranno la tendenza a crescere piante e ortaggi.
Senza la Natura, né gli esseri umani, né le civiltà potrebbero esistere. La Natura è il nostro autentico respiro vitale. La conservazione dell’ambiente, non è tanto parte dei doveri dell’Umanità verso la Natura, perché è proprio un dovere verso se stessa!. Perché? Perché senza la Natura gli esseri umani non possono sopravvivere!
Possa l’Assoluto benedire i miei figli, affinché si risvegli in loro la corretta attitudine.