Il vermicompost per la bonifica dei terreni ripristina l’eco-sistema e la microbiologia del suolo

Per cinque anni un gruppo di ricercatori della Amrita University ha condotto uno studio di ricerca sull’isola che si trova vicino all’ospedale Amrita e che per diversi anni è stata usata come discarica, contaminando completamente il terreno di metalli pesanti provenienti sia dai rifiuti sia dalle acque stagnanti inquinate. Questa terra era una zona morta con un’impressionante assenza di formiche, insetti, vermi, e uccelli.

 

 

Dopo che i rifiuti sono stati rimossi e isolati, questa discarica si è trasformata. Quando è stato liberato il terreno, uno strato di compost ottenuto nei primi sei mesi è stato sparso sul suolo contaminato. Su una superficie di circa un acro (4000 metri quadrati circa) è stato sparso il compost a una profondità di 45-60 centimetri. È stato portato del terreno sano che poi è stato steso a strati sopra il compost. Dopo la fase di bonifica, è stato aggiunto del “vermicompost” (humus di lombrico), ed è iniziata la fase di piantumazione. Piante particolari, come il vetiver (Zizanioides Chrysopogon), sono state coltivate per favorire la fitodepurazione del suolo.

Subito dopo l’applicazione del compost, questa terra, che era rimasta spoglia di qualsiasi vegetazione, ha iniziato a permettere la crescita delle piante. Verso il luglio 2011, quasi un anno e mezzo dopo l’inizio del ripristino boschivo, l’intera ex discarica era coperta di vegetazione. Uccelli, insetti e altri animali selvatici sono ritornati in questa zona. Gradualmente, è aumentata la vita microbica nel suolo.

Dopo che sono partite le attività di bonifica, anno dopo anno i campioni di terreno indicano che le concentrazioni di metalli pesanti presso l’ex discarica si stanno riducendo drasticamente. Nel gennaio del 2015, nei campioni di tessuti vegetali sono stati rilevati solo due metalli (rame e piombo), ma entro i limiti consentiti.

 

Questo studio ha concluso che è possibile bonificare un sito contaminato con metodi ecologici per un periodo di cinque anni, fino a coltivarvi del cibo sano, e che è fattibile ripristinare l’ecosistema e la microbiologia del suolo. I metodi di biorisanamento sono stati condotti con una combinazione di fitodepurazione, una maggiore attività microbica e vermicompost.

 

Metallo Terreno dopo bonifica mg/kg Tessuto vegetale mg/kg
Arsenico (As) 2,48 Non rilevato
Cadmio (Cd) 3,57 Non rilevato
Cobalto (Co) 6,30 Non rilevato
Cromo (Cr) 146,6 Non rilevato
Rame (Cu) 126,0 1,45
Mercurio (Hg) Non rilevato Non rilevato
Nickel (Ni) 26,44 Non rilevato
Piombo (Pb) 112,5 0,05

 

Ora le verdure vengono piantate appositamente sul sito per fornire ai malati di cancro dell’ospedale del buon cibo coltivato senza l’impiego di prodotti chimici.

L’ospedale Amrita ha ricevuto dall’Ente per il Controllo dell’Inquinamento dello Stato del Kerala un attestato di merito per l’impegno sostanziale e duraturo dedicato al controllo dell’inquinamento e per il lancio di nuove iniziative per la protezione dell’ambiente nel 2014.

Le informazioni presentate in questo studio non solo sono innovative a livello mondiale, ma anche indispensabili se si vogliono ripristinare gli ecosistemi inquinati e produrre il cibo sano di cui il mondo ha veramente bisogno.

 

 

Situazione attuale in India
La contaminazione dell’acqua e del suolo da metalli pesanti attraverso l’attività umana rappresenta una preoccupazione crescente, soprattutto nei paesi a basso-medio reddito. Gli studi che vengono condotti in India per esaminare le concentrazioni di metalli pesanti nei corpi idrici superficiali, in prossimità di aree industriali, segnalano livelli allarmanti e pericolosi. Ai metalli pesanti sono stati associati disturbi gastrointestinali, diarrea, stomatite, tremori, emoglobinuria (che provoca  il colore rosso-ruggine delle feci), atassia, paralisi, vomito e convulsioni, depressione e polmonite. Coltivare piante da raccolto su suolo contaminato, per il fabbisogno umano e animale, può portare alla diffusione e all’accumulo di metalli pesanti su parti di piante commestibili. L’assunzione di metalli pesanti attraverso cereali e verdure contaminati costituisce un rischio per la salute umana e animale.