6 Marzo 2006 – Pandagasalai Village, Nagapattinam District, Tamil Nadu
I membri dell’Associazione Internazionale Volontari degli Studenti dell’Università del Giappone (IVUSA) stanno partecipando al progetto di costruzione di case Amrita Kuteeram, per la settima volta dal 1998.
Quest’anno oltre 80 studenti hanno viaggiato fino a Nagapattinam per collaborare alle opere di soccorso del dopo tsunami, nella costruzione delle case nei villaggi di Pandagasalai, Akkarapettai e Mele Pattinacherry.
Vi erano numerosi visi familiari nel gruppo di quest’anno, poiché molti studenti partecipavano al progetto già da due o tre anni, ma è stato impossibile non notare un volto nuovo nella folla.
A causa di complicazioni insorte alla nascita, il ventiduenne Taka Aki è stato colpito da una grave paralisi cerebrale. Sebbene a livello intellettivo sia pari a ogni altro studente universitario, egli ha un controllo molto limitato dei muscoli, è costretto su una sedia a rotelle e ha difficoltà anche a parlare.
Taka Aki ha desiderato partecipare al progetto Amrita Kuteeram fin dal primo incontro con Amma a Tokyo nel 2003; da allora è andato a Tokyo a incontrare Amma ogni volta che Lei vi si è recata, ed è stato attivo nell’IVUSA tutto l’anno. A causa delle sue condizioni, però, il suo desiderio di andare in India gli era sempre sembrato irrealizzabile. Nella super-tecnologica Tokyo, egli si muove quasi liberamente usando una carrozzella motorizzata e comunica via computer. Ma sapeva che per recarsi in India avrebbe dovuto lasciarsi alle spalle questi supporti e non voleva essere un peso per gli altri. Per due anni, Taka Aki ha ripetuto a se stesso che andare in India non era nel suo destino, ma quando si è reso conto che questo è il suo ultimo anno all’università, ha deciso che doveva provare.
Quest’anno, il volo degli studenti provenienti dal Giappone è atterrato a Mumbai la notte del programma di Amma presso lo Shivaji Park e perciò tutti loro hanno potuto ricevere il darshan di Amma prima di partire alla volta di Nagapattinam. Quando Taka Aki è stato portato da Amma per il darshan, nel vederlo, Ella è stata sorpresa e deliziata.
Il primo giorno a Nagapattinam non fu diverso da ogni altro in qualunque cantiere edile in India: estremamente caldo e con una gran mole di pesanti lavori manuali da svolgere. Non c’era nulla che Taka Aki potesse fare. La sua carrozzella ebbe perfino una ruota bucata e dovette essere spinta e trascinata per le strade sterrate e tra cespugli spinosi. Egli non poté fare altro che sedere all’ombra a guardare tutti gli altri, sperando in un’opportunità per essere utile.
Il giorno successivo, qualcuno suggerì che forse poteva pitturare: egli fu eccitato all’idea e accettò immediatamente di provare.
Subito, alcune persone lo issarono su una impalcatura, legarono un pennello alla sua mano (egli non è in grado di afferrare gli oggetti), e alla fine fu pronto. Qualcuno guidò la sua mano nel secchio del colore e poi, con grande sforzo, egli mosse il pennello avanti e indietro sul muro.
Il colore volava dappertutto, schizzando su chiunque capitasse a tiro, ma nessuno sembrò preoccuparsi, nessuno si mosse dal luogo. La scena era troppo ispirante perchè qualcuno potesse andarsene. Una piccola folla cominciò a riunirsi, e gli occhi di molti si riempirono di lacrime.
Uno dei supervisori del cantiere era visibilmente commosso e con le mani sul cuore disse: “Questo è vero servizio”.
Taka Aki trascorse molte ore pitturando; ogni tanto l’impalcatura doveva essere spostata così che lui potesse raggiungere un’altra porzione di muro, e diverse persone si alternarono per sostenerlo e aiutarlo a immergere il pennello. Per tutto il giorno, gli altri studenti gli lanciarono incoraggiamenti, alcuni scherzando amorevolmente sul fatto che aveva dipinto se stesso non certo meno della casa!
Al tramonto, la casa era stata trasformata dal grigio colore senza vita del cemento, nel rosa pieno di ispirazione dell’orizzonte.