3 gennaio 2010
Migliaia di persone si sono riunite nella sala principale dell’ashram per salutare il 2010 insieme ad Amma.
Le celebrazioni hanno avuto inizio alle 23:00 con una serie di spettacoli culturali. Ha cominciato un gruppo di bambini con una canzone, ‘Io sono la luce del mondo, sono meraviglioso, sono bello…’, seguita da un monologo in sanscrito di uno studente dell’Università Amrita che metteva a confronto i benefici del progresso tecnologico con quelli derivanti dallo sviluppo dei rapporti umani e della compassione.
Quindi il pubblico è stato intrattenuto con una danza del fuoco spettacolare e da un giocoliere, poi con una danza tradizionale indiana, un brano di musica classica eseguito al pianoforte, e una breve scenetta realizzata da bambini. Gli spettacoli culturali sono terminati con una bella esecuzione di un concerto per violino di Bach.
Mentre si avvicinava la mezzanotte, Amma ha chiesto a tutti di pregare per la pace nel mondo e ha guidato la preghiera ‘Lokah Samastah Sukhino Bhavantu’ al termine della quale ha fatto il suo discorso di Capodanno in cui ha spiegato il vero messaggio della festa.
“Celebrare significa dimenticare se stessi. È un’attitudine per la quale serve avere il controllo della mente. Il pensiero ‘Io sono un individuo limitato’, ‘Io sono questo corpo’ non ci aiuterà a dimenticare noi stessi. Alla base di questa festa sta il credere con fede che il mio sé e la coscienza dell’universo sono la stessa cosa. Solo perché l’orologio segna la mezzanotte del 31 dicembre non significa che la nostra vita diventerà una celebrazione. Per questo bisogna che la nostra mente sia piena di amore e compassione. Quando essi riempiono il nostro cuore scopriamo che ogni momento è nuovo, non conosciamo la noia, siamo sempre entusiasti, sempre felici e la vita diventa una continua celebrazione”.
“Per il Nuovo Anno facciamo molte promesse, ma quanto profonde sono? Dobbiamo riflettere”. Amma ha chiesto a ciascuno di fare un’introspezione. “Abbiamo la capacità di superare le nostre negatività. Dobbiamo tentare con sincerità”, ha incoraggiato Amma.
“Noi non siamo isole separate. Siamo come anelli di una catena, connessi gli uni agli altri. Non pretendiamo che siano gli altri a cambiare per primi; se cambiamo noi, anche gli altri cambieranno”, ha ricordato Amma.
Amma ha poi guidato tutti nel canto di Khol Darwaza che è terminato mentre tutti i presenti ripetevano ‘Jai Mata Di’ sempre più forte, in un crescendo, facendo eco ad Amma e alzando le mani in aria. Alla fine, Amma ha detto: “Il cuore di Amma prega che tutti possano essere capaci di ridere e di essere felici come bambini e che la grazia divina possa benedirci a questo scopo. Possano le tenebre essere eliminate completamente e possa risplendere la pura luce di Dio”. Amma ha chiesto a ciascuno di alzare le mani con i palmi aperti e di scuoterle mentre rispondevano ‘Jai!” a ‘Mata Rani Ki!’.
E la celebrazione è continuata.
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