Punti salienti
- In un videomessaggio Amma ha detto che tutti i viaggi iniziano con un passo. Se ciascuno di noi compie piccoli cambiamenti positivi, insieme potremo dare inizio ad una nuova era.
- La prof.ssa Bhavani Rao ha rappresentato Amma all’evento condividendo che di fatto spiritualità e vita quotidiana sono inseparabili.
- Al Mahotsav sulla spiritualità globale organizzato dal Governo del Bharat, hanno partecipato il Ministero della Cultura e 300 leader spiritual di diverse confessioni religiose e partecipanti provenienti da oltre 100 Paesi.
Amma ha dichiarato che solo l’amore spirituale può curare i cuori del Mondo e dei suoi abitanti. Il videomessaggio di Amma è stato proiettato al Global Spirituality Mahotsav tenuto dal Governo del Bharat, riconosciuto da lei come tipo di evento in grado di giocare un ruolo significativo nel risveglio necessario della spiritualità.
La prof.ssa Bhavani Rao è Preside dell’Amrita University’s School of Social & Behavioural Sciences ed è cattedratica dell’UNESCO per la parità di genere e l’emancipazione delle donne. Ha rappresentato Amma e ha portato il suo messaggio parlando sul tema della inseparabilità di vita e spiritualità in quanto basate sulla compassione.
L’evento è stato organizzato dal Ministero della Cultura, primo nel suo genere sul tema “dalla pace individuale alla pace nel mondo”. Il Mahotsav si è tenuto ad Hyderabad, nel Telangana, il 14-17 marzo. Oltre 300 leader di diverse confessioni religione vi parteciparono oltre a persone provenienti da oltre 100 Paesi.
Il messaggio di Amma
Amma si inchina a tutti i partecipanti che sono incarnazione del Puro Amore e del Vero Sè.
Che la pace possa fiorire in ogni angolo della Terra. Che tutti possano avere lo stomaco pieno e un tetto sopra la testa. Che tutti possano vivere nella bontà, salute, felicità, pace e abbondanza. Che Madre Natura possa perdonare i nostri errori e ci benedica con tempi privi di disastri ambientali.
Forse queste preghiere possono apparire irrealistiche, ma su questi pensieri augurali dovremmo orientare le nostre vite ed agire di conseguenza. Ogni viaggio inizia con un passo. Ciascuno di noi può portare piccoli cambiamenti positivi nella propria vita. Se lo facciamo, daremo inizio ad una nuova era.
Il cambiamento positivo che abbiamo bisogno avvenga, necessita che ci focalizziamo in maniera appropriata e nella giusta direzione. La vita ci presenta sempre due possibilità. Una appare come scorciatoia verso l’appagamento dei nostri desideri e la seconda è la via appropriata per soddisfarli.
La prima via è illusoria, appare come un miraggio, e di fatto conduce alla morte.
La seconda, invece, è la via del dharma; ci conduce all’immortalità. Dovremmo imparare a trascendere i nostri desideri personali sacrificandoli per il miglior bene della società e del mondo. Questa è la miglior opzione.
Se quest’attitudine viene coltivata nella gente, molti dei problemi del mondo verranno prontamente risolti, come le sfide globali della povertà, del riscaldamento globale e del cambiamento climatico.
La vita è sottoposta come ad un esame. Ogni momento è prezioso. I nostri successi o insuccessi dipendono da come utilizziamo il tempo rimanente.
Cerchiamo di seminare buoni pensieri per raccogliere buone azioni. Seminiamo buone azioni per raccogliere buone abitudini. E con le buone abitudini e comportamenti positivi potremo creare bellissime vite. Vivendo bene possiamo riscrivere il nostro destino.
Per mantenere positivi i nostri pensieri e le nostre azioni dobbiamo usare attenzione e accurata percezione. Con impegno genuino e sincero possiamo cambiare qualsiasi cattiva abitudine. Ciascuno di noi ha in sé la forza, il coraggio e la buona volontà per superare qualsiasi difficoltà, dobbiamo solo risvegliarli.
Se il nostro cuore non perde la speranza e la nostra mente rimane chiara, riusciremo a vedere la bellezza rinascere e a trovare la felicità in ogni cosa. Se oltre a queste qualità riusciamo a mantenerci amorevoli e socievoli e soddisfatti, sarà sempre festa.
Eventi come il Mahotsav sulla spiritualità globale possono rivestire un ruolo significativo nel risveglio delle coscienze tanto auspicato. Di fronte a tante sfide , è fondamentale riconoscere che il benessere spirituale è l’unica via per curare il cuore della gente e del mondo.
Amma prega il Paramatman per il successo del Mahotsav sulla spiritualità globale. Che l’evento e le relative attività parallele possano innalzare la coscienza spirituale della società. Che voi tutti posiate essere messaggeri di amore e pace nel mondo. Che la grazia riempia le vostre vite di pace e felicità.
Il discorso della prof.ssa Rao
La spiritualità e la vita sono un tutt’uno. Come dice Amma, sono le due facce della stessa medaglia. Amma è uno splendido esempio di come si possa integrare la spiritualità nella vita quotidiana. Abbraccia tutti a prescindere dalla casta, dal credo, dal colore della pelle, dallo status economico o dall’educazione. Per me questo è di ispirazione per comprendere come unire spiritualità e vita.
Non solo il suo abbraccio ma tutte le iniziative di Amma sono permeate di spiritualità, sia che si tratti di istituzioni di formazione, sia che si tratti di opere umanitarie o di interventi ambientalistici, o di ricerca scientifica — in tutto emerge la componente spirituale.
Amma dice che la spiritualità ha inizio e fine con la compassione. Nel Sanatana Dharma, vediamo che creazione e creatore non sono due cose diverse ma coincidono. La creazione è la forma evidente del creatore. Per questo dobbiamo amare e servire tutti gli esseri viventi riconoscendo in ciascuno il Creatore.
Amma dice anche che non servire gli altri non è vivere ma morire. Ed infatti per tutti noi sviluppare amore e compassione è la via preferenziale per integrare la spiritualità nella vita quotidiana.
Come riuscirci? Posso condividere con voi l’esempio dell’Amrita University. L’Amrita è un’università costruita su due principi fondamentali: uno è la ricerca basata sulla compassione.
L’altro è che coltiviamo due tipi di formazione: la formazione per un certo stile di vita e la formazione alla vita. Si potrebbe chiedere quale sia la differenza. La formazione per un certo tipo di vita è quello che mira a far guadagnare il pane quotidiano e ad avere un tetto sulla testa, e procacciarsi buoni abiti e veicoli con cui muoversi. La formazione alla vita invece è l’amore e la compassione, la gentilezza e tutte le altre attitudini positive che aiutano a migliorare la propria esistenza. Si tratta della spiritualità applicata alla vita.
Amma parla anche di due tipi di povertà. Una è la mancanza di cibo, vestiti e beni. La seconda riguarda l’assenza di amore e compassione. Quando si ha a che fare con il secondo tipo di povertà, automaticamente si ha a che fare con la prima. Quando vi sono amore e compassione, automaticamente si viene in aiuto di quelli che non hanno cibo, vestiti o beni.
Questa è la ragione per cui all’Amrita la formazione ha questa doppia impostazione di formazione ad un certo stile di vita e alla vita stessa. E alla base della formazione alla vita sta il valore della compassione.
Come sviluppare questo? All’Amrita seguiamo un programma davvero unico chiamato Live-in-Labs. Tutte le facoltà e gli studenti dell’Amrita hanno l’opportunità di passare del tempo nei villaggi indiani, lavorando con la gente locale per co-definire interventi risolutivi per i loro problemi.
E che risultati porta questo? In primo luogo, i nostri interventi sono davvero efficaci. A questo mira la ricerca basata sulla compassione. Ad esempio, gli studenti di Ingegneria Chimica lavorano insieme quelli di Elettronica e a quelli di Ingegneria della Comunicazione nella costruzione di un nuovo modello di distillazione solare per i villaggi in cui il lemongrass cresce spontanea. Gli abitanti locali potranno così distillarne l’essenza e produrre olio di lemongrass e trarne profitto. In tal modo viene in pratica migliorata la vita economica sfruttando risorse naturali.
E che vantaggio ne viene agli studenti? In primis imparano la gratitudine. Si rendono conto di quanto gli abitanti dei villaggi vivano di poco riuscendo ad essere felici ugualmente. Con questo imparano un’importante lezione: la felicità è una scelta. Amma dice sempre che sia che uno rida o pianga la vita trascorre lo stesso. E’ quindi meglio vivere nella gioia piuttosto che nella tristezza e questo è possibile se vi è gratitudine.
In secondo luogo il rispetto. Ci si accorge di quanto siano forti gli abitanti dei villaggi. Le donne sono più forti di quanto lo sia io, possono stare in piedi per molte ore, lavorano sotto il sole ed hanno una resilienza mentale molto migliore della mia. In tal modo imparano a rispettare la gente.
Queste esperienze nei villaggi aiutano a sviluppare l’empatia e la compassione, valori su cui si basa la nostra “educazione alla vita” che offriamo agli studenti dell’Amrita attraverso i Live-in-Labs.
Non occorre essere ricchi o disporre di grande potere per aiutare chi soffre. Una parola gentile, uno sguardo compassionevole, una mano tesa – alle volte basta ad aiutare alcune persone.
Amma
Tutto questo può essere sintetizzato nel sutra della nostra tradizione del Lalitha Sahasranamam, allo shloka 659, dove si definisce Devi, Dio come om iccha shakti jnana shakti kriya shakti svarupinye namah. Che cosa significa?
Iccha shakti è il potere che sta dietro la motivazione che porta all’azione. Sta all’origine della nostra volontà. Lo iccha shakti deve essere diretto dallacompassione, ciò che motiva il nostro agire deve essere la compassione.
Un esempio viene dalla vita di Amma, nata in una comunità di pescatori in cui le donne non dovevano toccare le barche che andavano in mare, in quanto veniva considerato tabù. Questa è la cultura sociale, politica e religiosa di tale particolare comunità.
Eppure un giorno, la giovane Amma s’imbattè in un’anziana che piangeva. Quando Amma le chiese perchè, rispose che era perché non riusciva a rientrare per dare da mangiare alla sua famiglia con il cibo che aveva appena acquistato.
Vivendo nella povertà i bambini erano già affamati quando era uscita di casa. Ma non riusciva a rientrare perché l’addetto governativo al trasporto fluviale era in pausa pranzo. Singhiozzava disperata dicendo: “Come faccio? Non posso portare il cibo se non riesco ad attraversare!”
Amma si mosse a compassione. Prese la pertica con cui spostare la barca anche se non lo aveva mai fatto prima. Amma era una ragazzina e la barca era pesante, ma le disse: “Vieni ti faccio attraversare.”
Amma fece salire a bordo la nonnina e spinse la barca nella laguna. Su entrambe le sponde si riunì la folla ed erano tutti sbalordito che la ragazzina remasse in mezzo alle imbarcazioni di linea che sollevavano alte onde. Erano preoccupati.
Amma infine riuscì a portare la barca dall’altra parte, e appena sbarcò da entrambi le sponde scoppiò un applauso.
Era stata spinta dalla compassione, non dalla ribellione. Non era un’attivista né cercava di porre fine a un’ingiustizia sociale. Era motivata dalla compassione. E’ la compassione che ci fa porre in essere azioni giuste.
La seconda qualità è jnana shakti— la conoscenza, ma di quale tipo di conoscenza stiamo parlando? Due tipi: una è la conoscenza scientifica. Fatti di cuore. Fatti scientifici. Dati. Sappiamo quanto siano importanti nella nostra vita i dati.
Il secondo tipo di conoscenza proviene dalla compassione, la conoscenza empatica dei bisogni altrui. Occorre comprendere la situazione che sta oltre la superficie attraverso la compassione e l’empatia.
Amma ne porta un esempio. Quando nel 2004 lo tsunami dell’Oceano indiano colpì l’ashram di Amritapuri Ashram, oltre 100.000 persone in quell’area rimasero senza casa. Le loro case erano state spazzate via. Avevano camminato con l’acqua fino al collo e nuotato attraverso la laguna per mettersi in salvo. Vennero evacuate 25.000 persone sulla terraferma.
Per prima cosa Amma si assicurò che vi fosse chai caldo per tutti gli sfollati. Perché tè caldo? E’ una delle cose che danno subito un senso di benessere, u senso di rassicurazione.
In secondo luogo si assicurò che venisse preparato del pesce. Perchè? Perché erano pescatori. Erano abituati a mangiare pesce. Ma nell’ashram non si cucina pesce. Ma ci si assicurò che il cibo incontrasse i gusti della gente del posto.
Questo è comprendere empaticamente la necessità della gente. Amma si assicurò anche che ciascuno avesse un bicchiere perché nessuno ne aveva più. La scienza ci dice che la gente che vede meno bene o non vede durante i disastri vive un trauma maggiore rispetto a chi vede bene.
Amma è stata mossa a compassione. Non ha agito per senso di ribellione. Non ha agito per attivismo, né ha cercato di porre fine ad un’ingiustizia. Ha agito spinta dalla compassione. La compassione rende giuste le nostre azioni.
Prof Bhavani Rao
Pertanto anche piccoli atti, piccolissimi gesti gentili, imbevuti di compassione nata dall’empatica comprensione degli altri sono la jnana shakti.
La terza shakti è kriya shakti—il potere dell’azione. Il potere dell’azione dovrebbe essere disinteressato. Occorre sviluppare nishkama karma— non cercare il risultato delle proprie azioni. Occorre stare attenti che il nostro agire non sia contaminato da motivazione incorretta, dall’egoismo. La compassione muove da sé, senza bisogno di altri moventi.
Un altro attributo essenziale del nostro agire dovrebbe essere la shraddha—consapevolezza. Ottimizzare le risorse, senza sprechi. Dovremmo agire nel rispetto, nel rispetto degli altri.
Racconterò ancora una storia di Amma. Amma racconta che quando si entra in acqua , in un fiume o nella laguna il primo impulso è l’urgenza di fare la pipì,. Ma il fiume è Devi, Dio. Amma spesso rammenta che quando era piccola Damayanti Amma, sua madre, le diceva che il fiume era Dio. E se ci si ricorda che il fiume è Dio subito ci si riesce a trattenere dal fare la pipì.
Il rispetto e la reverenza che permettono di vedere la divinità in ogni cosa, conferiscono la forza e l’auto-controllo necessari per agire in maniera rispettosa, senza sminuirsi, e senza perpetuare alcun tipo di diseguaglianza o di oppressione.
Pertanto il valore che maggiormente sta alla base del Sanatana Dharma è il valore del rispetto e della reverenza verso tutta la Creazione.