Come posso porre fine alla sofferenza? – Messaggio di Amma per il Capodanno 2015

1 gennaio 2015 – Amritapuri

L’avvento del nuovo anno è sempre un’occasione gioiosa che accende speranza, entusiasmo e ottimismo in tutti i nostri cuori. Amma prega il Paramatman che l’anno prossimo il mondo e ogni individuo all’interno di esso si colmino di pace, armonia e prosperità.
L’anno che si è appena concluso è stato testimone di molto dolore e sofferenza. Migliaia di persone sono cadute preda delle pallottole dei terroristi. Il bilancio delle vittime nel subcontinente africano causate dal virus Ebola è stato scioccante, così come lo sono state le recenti stragi in Pakistan e Assam. Non è facile risollevarsi da simili tragedie.

 

 

Ci si potrebbe chiedere, “Come possiamo continuare a sorridere in mezzo a tutta questa sofferenza?” È vero, non è facile restare felici in tempi così difficili. Tuttavia, diventare infelici e depressi non è una soluzione. Se la nostra mano è ferita e continuiamo soltanto a piangerci addosso, non guarirà mai. Si infetterà soltanto. La cosa pratica da fare è curare la ferita e applicare su di essa la necessaria medicina. Non perdiamo la speranza e l’ottimismo riguardo al futuro. Perdere la speranza e l’ottimismo ci rende come uccelli che hanno perso le ali. Proprio come questi uccelli non possono più volare, noi non saremo in grado di volare alto nel cielo della vita. Non possiamo permetterci di perdere la nostra forza mentale. In realtà, anche essere felici è una decisione proprio come qualsiasi altra decisione. Si tratta di questa ferma decisione: “Qualunque cosa mi accada, sarò felice. Sarò coraggioso.”

L’amore per il nostro scopo, per il nostro obiettivo, ci darà l’ispirazione per continuare a lottare per raggiungerlo. Quindi, anche se proviamo dolore, esso non ci paralizzerà. Ci sarà dolcezza anche in mezzo al dolore. Una madre è pronta a portare il peso del suo bambino e sopporta tutto il dolore del parto per amore del figlio e per il desiderio di essere unita a lui. È il nostro amore per l’obiettivo che ci dà la forza di affrontare tutti gli ostacoli.

Quando arriva il Capodanno, è molto comune sentir dire, “L’anno scorso è passato così in fretta. Se ne è andato prima che me ne rendessi conto”. In realtà, il tempo non passa né velocemente né lentamente. Sono le situazioni che abbiamo di fronte e il nostro atteggiamento nei loro confronti che ce lo fanno percepire lento oppure veloce. Forse eravamo molto occupati, ma dobbiamo chiederci: “Perché ero così occupato? Ero impegnato a cercare di raggiungere l’effimero o l’eterno?” L’avvento del nuovo anno è un buon momento per autoesaminarsi e valutare il proprio progresso spirituale. Se pensiamo che siamo regrediti, è necessario formulare il proposito di non permettere a noi stessi di scivolare ulteriormente. Dobbiamo fare in modo di cominciare ad andare di nuovo avanti.

Il Capodanno è anche un richiamo sottile al fatto che un altro anno del nostro tempo sulla terra è giunto al termine e il nostro incontro con la morte è di un anno più vicino. Nessuno può sfuggire alla morte. Può arrivare in qualsiasi momento. Dovremmo chiederci: “Se la morte dovesse arrivare ora, sarei in grado di affrontarla con un sorriso? O tremerei di paura e di insicurezza?” Se abbiamo veramente compreso la spiritualità, non avremo paura alcuna. Vedremo ogni cosa nella giusta prospettiva e non svilupperemo alcun attaccamento poco intelligente.

 

 

La vita è come abitare in una casa in affitto. Non possiamo viverci in modo permanente. Un giorno o l’altro, ci sarà chiesto di andarcene. Se, mentre abiti in una casa in affitto, stai anche costruendo una casa ancora più bella e spaziosa, allora non sorgeranno in te sentimenti negativi quando dovrai andartene. Al contrario, sarai felice. Ma se non sei riuscito a trovare un posto permanente dove vivere, sarai sempre preoccupato: “Dove andrò quando mi chiederanno di andarmene?” Allo stesso modo, proprio come ci si trasferisce da una casa in affitto a una casa propria, dobbiamo anche essere pronti a passare da questa casa in affitto, il corpo, al regno del Sé, che è la nostra vera casa.
Ogni attaccamento che creiamo nei confronti del mondo impoverisce ulteriormente la nostra forza mentale. Inizialmente possiamo sentire che si tratta soltanto di un piccolo attaccamento e che non c’è nulla da temere. Tuttavia, quando l’attaccamento cresce, ci troviamo a diventarne schiavi. Presto, ci trasformiamo in mendicanti di fronte ad esso. Allora diventa il nostro padrone. L’attaccamento a Dio è diverso. La fede in Dio ci aiuta a coltivare valori come l’amore e la compassione e ci aiuta a pronunciare buone parole e compiere azioni virtuose. L’attaccamento a Dio, o al guru, ci aiuta a staccarci dalla nostra dipendenza dal mondo e a diventare autosufficienti.

Nei tempi antichi, il Capodanno era considerato un giorno santo. Le persone visitavano i luoghi di culto e partecipavano alle preghiere per il loro benessere e pregavano per ottenere la forza di compiere buone azioni. Era anche un giorno in cui si dava da mangiare ai poveri e si compivano altri atti caritatevoli. Oggi, la “santità” di questa festività è scomparsa. Il Capodanno è diventato solo l’occasione per ubriacarsi, ballare e festeggiare. Non c’è bisogno di ubriacarsi per festeggiare. Quando la gente dimentica il vero significato di una festività e la vive soltanto come vuota celebrazione, è come se si mangiasse la buccia e si gettasse via la frutta. Non possiamo smarrire i valori che ci rendono esseri umani.

“Dio esiste oppure no?” non è la domanda pertinente in questo momento. Chiedetevi invece: “C’è sofferenza nel mondo oppure no?” E: “Come posso rimuovere questa sofferenza, sia la mia sia quella degli altri? Cosa posso fare per porre fine a tutto ciò?” Sono queste le domande che dovremmo porre a noi stessi, specialmente a Capodanno.

Perché troviamo “novità” in un nuovo anno? C’è qualche differenza tra il 31 dicembre e il 1 gennaio? È la nostra mente che crea questo senso di novità e di speranza. Se siamo costantemente impegnati in azioni che favoriscono il nostro benessere e quello del mondo, troveremo novità, vitalità ed entusiasmo in ogni momento. È sufficiente usare il momento presente in questo modo. Non dobbiamo rimandare a più tardi ciò che bisogna fare oggi. Dovremmo impegnarci con tutto il nostro essere a compiere buone azioni. Dobbiamo sforzarci di vedere il mondo in modo amorevole e gioioso, ogni singolo giorno.

 

 

Se vogliamo vivere una vita significativa, dobbiamo tenere a mente cinque cose:

1) Non sprecate mai l’opportunità di aiutare gli altri.
L’aiuto che prestiamo agli altri risveglierà la gioia, non soltanto nei loro cuori, ma anche nel nostro. Ad esempio, se nutriamo un orfano, la fame del bambino sarà placata e potremo vedere la felicità sul suo volto. Quanta contentezza proveremo vedendo la felicità di quel bambino! Questo è il frutto visibile di tale azione. Vi è anche un risultato invisibile, il punyam [merito] creato dall’azione. Quindi, non perdete mai l’occasione di aiutare e servire gli altri.

2) Nel corso del prossimo anno, dovremmo evitare di usare parole dure. Non parlate mai male degli altri.
Farlo turberebbe la nostra mente così come quella degli altri. Non dimenticate mai che tutto il bene e tutto il male nascono dalle parole.

3) Fate attenzione che le pratiche spirituali come la recita del vostro mantra e la meditazione non vengano tralasciate nemmeno per un giorno.
Queste pratiche quotidiane rimuovono le impurità accumulate dalla mente nel corso di ogni giorno. Inoltre conferiscono entusiasmo e pace. Supponiamo, ad esempio, di dover essere in ufficio per le 10. Prima di andare a dormire la notte, non faremmo in modo che tutto sia pronto, così che non si verifichi alcun ritardo la mattina dopo? Quando siamo concentrati su un obiettivo, ci mettiamo tutto il nostro impegno e ignoriamo ogni distrazione.

4) Sforzatevi di trascorrere almeno un po’ di tempo in Satsang.
Studiare le Scritture e trascorrere del tempo in presenza dei Mahatma sono forme ideali di Satsang. Quanto tempo sprechiamo in chiacchiere e pettegolezzi inutili? Possiamo usare questo tempo per leggere libri spirituali da cui trarre ispirazione.

5) Pregate ogni giorno con tutto il cuore Dio o il guru per ottenere la purezza della mente e la forza per compiere buone azioni.
Se si vuole progredire spiritualmente, questa umiltà e devozione sono assolutamente essenziali. Dovremmo fare il voto di essere umili. Quando siamo umili, diveniamo automaticamente ricettivi al fattore della grazia.

Tutti noi vogliamo che il mondo si riempia di maggiore bontà e bellezza. Dobbiamo fare la nostra parte per creare quel mondo:
Un nuovo anno senza guerra e terrorismo …
Un nuovo anno in cui nessuno sperimenti la fame e la povertà …
Un nuovo anno in cui tutti abbiano pari opportunità di crescere e svilupparsi …
Un nuovo anno in cui ci sia rispetto reciproco tra tutti, senza distinzione di sesso, religione o colore della pelle …
Un nuovo anno in cui i cuori degli esseri umani si uniscano con amore e unità …

Possiamo sognare. Per trasformare questo sogno in realtà, dobbiamo essere disposti a sacrificarci.

Ciò che rende soddisfacente la vita di una pianta è il fatto che germogli, fiorisca e porti frutti. Quando questo accade, la pianta apporta bontà e bellezza al mondo. In verità, anche quando appassisce, la pianta nutre la terra e le generazioni future. Preghiamo affinché la nostra vita possa essere di beneficio in modo simile.

Dio ha dato a ciascuno di noi un volto. Che esso esprima l’amore oppure la rabbia è una decisione che spetta solamente  a noi. Se manteniamo sempre un sorriso sul nostro volto, anche gli altri sorrideranno. Se abbiamo amore e pace dentro di noi, anche negli altri nasceranno questi sentimenti. Allora tutto l’ambiente si riempirà di felicità. In questo modo, possiamo, durante l’anno che sta arrivando, essere in grado di far fiorire ulteriormente e pienamente nell’amore la nostra famiglia, il nostro paese e il mondo. Entriamo nel nuovo anno con questa preghiera. Amma augura a tutti i suoi figli un felice 2015 .

 

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Pakistan: Il 16 dicembre 2014, un attacco terroristico in una scuola a Peshawar ha provocato quasi 145 morti, 132 dei quali bambini.
Assam: Il 24 dicembre 2014, i militanti separatisti hanno ucciso 81 abitanti di un villaggio tribale nello stato indiano di Assam.

Quanto sopra è stato tratto dal messaggio pronunciato da Amma nell’Ashram di Amritapuri nelle prime ore del 1 gennaio 2015