Amma ha presieduto questo evento a Nagpur, nel Maharashtra. Era la prima volta che un capo spirituale veniva nominato presidente del C20, il gruppo d’impegno ufficiale delle società civili e delle organizzazioni non governative, che segue i lavori del G20. Con l’India alla sua presidenza, quest’anno il vertice del G20 si terrà a settembre a Nuova Delhi. Nel suo discorso, Amma ha affermato che l’umanità non può sopravvivere se isolata in singole nazioni, razze o religioni. Questa Terra appartiene a tutti noi.
Amma si inchina a tutti voi, che siete l’incarnazione dell’Amore puro e del Sé supremo.
Amma è molto lieta di partecipare a questo summit, uno degli incontri più significativi del C20, e fare personalmente la conoscenza degli illustri membri del comitato direttivo e dei relatori delle CSO e delle ONG che offrono il loro prezioso contributo in questa iniziativa.
Oggigiorno, l’umanità deve fronteggiare sfide incredibili. Esistono anche parecchi problemi a livelli più sottili, che potremmo non riuscire ad avvertire o a comprendere. A questo punto, gli esseri umani hanno bisogno di due doti: la saggezza di riconoscere il problema e l’atteggiamento mentale e l’intelligenza per riuscire a correggerlo.
Purtroppo siamo come uno studente che inizia a studiare il giorno prima dell’esame. Abbiamo la giusta visione delle cose solo quando siamo sull’orlo del baratro e a quel punto ci rendiamo conto che dobbiamo fare qualcosa.
La pandemia di COVID è stata un periodo di prova durato tre lunghi anni. Durante questa crisi, le persone si sono ripromesse di fare meglio in futuro. Molti si sono prefissati di cambiare prospettiva. Ma tali propositi non sono durati a lungo e la gente ha ripreso inevitabilmente le sue vecchie abitudini.
Il futuro non appartiene ai “singoli”, a entità divise le une dalle altre, ma a coloro che si “associano” e collaborano con gli altri. I Paesi e le società che cercano di prosperare singolarmente falliranno di certo: questo è l’avvertimento della natura all’umanità. Perciò, che il nostro mantra sia “Associarsi, non isolarsi”.
L’umanità ha, in una certa misura, la libertà di vivere la vita come preferisce. Tuttavia, non possiamo cambiare le leggi della natura a nostro piacimento, come cambieremmo un canale televisivo. È parte integrante di Dio e della natura l’essere onninclusivi. Escludere è la caratteristica propria del genere umano.
Chiunque viva in questo mondo deve obbedire alla legge universale dell’inclusione. Se cerchiamo di imporre con la forza le leggi basate sull’esclusione, creeremo soltanto disarmonia e pericoli di vario genere. Quello che viviamo oggi è il risultato dell’interferenza di molte persone con la struttura dell’universo. Oltre a cercare di cambiare la situazione esterna, dovremmo anche essere pronti a cambiare il nostro modo di pensare.
Amma ricorda alcuni episodi della sua infanzia, in cui i genitori raccomandavano ai figli di comportarsi bene, di dire la verità, di essere gentili con tutti, di aiutare gli altri e di impegnarsi nello studio. Oggi, invece, sentiamo alcuni genitori che insegnano ai loro figli ad essere brillanti, astuti, vincenti e a non socializzare con chi appartiene a uno status inferiore.
La madre che mi ha messo al mondo sessantacinque anni fa mi ha insegnato con il suo esempio. Il villaggio in cui sono nata era composto da circa mille case. La maggior parte era abitata da famiglie estese in cui molti dei suoi membri vivevano assieme. Solo un centinaio di famiglie erano benestanti. Le altre sbarcavano il lunario con la pesca giornaliera e mangiavano solo se avevano guadagnato qualche soldo vendendo il pescato. Altrimenti quel giorno avrebbero patito la fame. Non avevano conti in banca.
Se nella nostra casa avevamo finito di cucinare prima degli altri, mia madre pensava subito ai vicini e diceva: “Quel vicino non è ancora tornato dalla pesca e i suoi figli avranno fame”.
Confezionava alcuni pacchetti di cibo per due o tre bambini e poi mi chiedeva di andare a consegnarli. Allo stesso tempo, pensava premurosamente ai suoi bambini… “Aspettate un pochino”, ci diceva, “tra poco vi darò da mangiare”.
Se inaspettatamente arrivavano degli ospiti, mia madre serviva il pasto a loro per primi e poi ci serviva dell’acqua di riso a cui aveva aggiunto del cocco grattugiato. Anche dopo che l’ospite aveva mangiato ed era partito, si chiedeva se fosse rimasto soddisfatto e avesse mangiato a sazietà. Questo è l’esempio che le nostre madri ci hanno dato sin dai nostri primi anni di vita.
Oggigiorno, essere gentili e disponibili può essere considerato come un segno di debolezza, e agire in modo subdolo e menzognero come un punto di forza. Ad esempio, Dhritarashtra e Gandhari crebbero Duryodhana, il figlio malvagio, con questo modo di pensare dissennato. La nostra società sta andando verso la stessa direzione. Bisognerebbe insegnare i buoni valori ai bambini fin dalla loro più tenera età, in famiglia e a scuola.
Quando si cammina sul cemento, le impronte sono indelebili. Allo stesso modo, quando i valori vengono impartiti in tenera età, rimangono per tutta la vita e sono di beneficio a noi e agli altri. Una sessantina d’anni fa, quando frequentavo la quarta elementare, in una classe c’erano sessanta bambini. Circa il 15-20% di loro portava il pranzo da casa. Gli altri bevevano un po’ d’acqua durante la pausa pranzo e poi sedevano tranquillamente sotto un albero, affamati. Avevano anche saltato la colazione.
Una mia amica, che viveva due porte più in là della mia, aveva l’abitudine di portare a scuola un lauto pranzo, ma ne mangiava solo una piccola porzione e buttava via il resto. Le dissi: “Hai portato più cibo del necessario. Perché non condividiamo un po’ del nostro cibo con un compagno affamato?”.
La mia amica accettò. Dopo due o tre giorni, altri bambini si unirono a noi per condividere il loro pranzo e, nel giro di quindici giorni, tutti i bambini che non avevano nulla da mangiare furono invitati a pranzare con gli altri. Alla fine, in quella classe nessuno rimase senza pranzo. In questo modo, se siamo consapevoli, possiamo certamente produrre una trasformazione.
Le persone sperimentano due forme di povertà in questo mondo. La prima è causata dalla mancanza di cibo, vestiti e alloggio, la seconda dalla mancanza d’amore e di compassione. Se abbiamo amore e compassione, possiamo alleviare la sofferenza anche del primo gruppo di persone. Sono queste le qualità che dovremmo coltivare.
Il grande salto in avanti compiuto dalla scienza e dalla tecnologia, affiancato all’uso improprio di Internet e al crescente abuso di droghe tra gli studenti, contribuiscono alla situazione in cui ci troviamo oggi.
Ad esempio, prendiamo in considerazione la tecnologia. Ha davvero rivoluzionato la vita dell’uomo, ma i suoi aspetti negativi suscitano preoccupazioni allarmanti per il futuro dell’umanità. Ora vediamo una nuova generazione che sta crescendo senza alcuna consapevolezza ed è priva di valori morali. E qual è il risultato? Una violenza crescente, sotto vari nomi e varie forme.
Proviamo costantemente una sensazione di paura, che si tratti di camminare per strada, fare acquisti, lavorare in ufficio, allattare nostro figlio a casa nostra, o fare il bagno. Abbiamo persino paura di usare i servizi pubblici o di canticchiare una canzone.
Eppure ci vantiamo di essere “moderni e raffinati”. In passato, era facile distinguere i nemici dagli amici, ma oggi è il contrario! Nessuno sa quando un amico potrebbe rivoltarcisi contro, o dove, come e quando un malintenzionato potrebbe aggredirci.
A questo riguardo, ricordo una storia. In una cittadina viveva un noto malvivente. Poco prima del tramonto andava all’incrocio principale del paese e cominciava a importunare i passanti. Molestava le donne, picchiava gli uomini e li derubava. Per timore della sua natura rissosa, la gente cominciò a evitare quella zona dopo il tramonto e imboccava strade secondarie o altre vie.
Un giorno, improvvisamente, giunse la notizia che il malvivente era morto in seguito a una malattia. Di solito sono le donne che restano in casa dopo il tramonto, ma a quel punto non si vedeva anima viva per le strade! Qualche giorno dopo arrivò un giornalista che iniziò a fare domande su ciò che stava accadendo.
“Qui viveva un malvivente”, spiegarono gli abitanti del luogo, “di cui sapevamo dove si trovasse ogni sera, a quale angolo dell’incrocio. Bastava evitare quella zona per non correre rischi. Ora però siamo tormentati dal suo fantasma. Un fantasma non ha una forma particolare. Nessuno sa quando, dove e come ci aggredirà. Inoltre adesso è più forte di prima perché ha una forma sottile!”.
Allo stesso modo, le nostre scoperte e innovazioni sono accompagnate da un risvolto negativo. I problemi, un tempo evidenti, si sono spostati dal piano grossolano a quello sottile e, di conseguenza, hanno acquisito maggiore forza.
La tecnologia è molto importante, ha aumentato il nostro benessere e reso la vita più piacevole. Allo stesso tempo, però, ne stiamo sempre di più abusando e quindi la tecnologia ha i suoi pericoli. Ecco perché è fondamentale condurre una ricerca approfondita sull’impatto negativo di ogni invenzione o scoperta.
Non si dovrebbe mai permettere al “nuovo” di demolire il “vecchio”. A questo proposito, il detto “Meglio prevenire che curare” è molto calzante. Le nuove scoperte possono anche comportare rischi singolari e sconosciuti. Prima che tali scoperte diventino un problema permanente per la società, dobbiamo trovare soluzioni alle loro potenziali ripercussioni negative ed insidie. Il mondo ci porterà innumerevoli esperienze, dolci e amare. Dovremmo considerarle entrambe come opportunità per fare introspezione.
La popolazione del mondo è simile a una bella ghirlanda di fiori variegati e multiformi. La diversità e la varietà dei fiori ne accrescono la bellezza e il profumo. Questa sana commistione di diversità è essenziale per la fioritura della cultura umana. Una nazione, razza o religione non può sopravvivere isolata. Questa Terra appartiene a tutti noi.
Il nostro governo, sotto l’abile guida del primo ministro Narendra Modi, ha certamente compiuto grandi progressi, che stanno producendo un’enorme trasformazione.
Amma vorrebbe portare alcuni esempi dai nostri vari progetti intesi a creare consapevolezza. Circa dieci anni fa, l’ashram adottò molti villaggi in India. Alcuni di essi coltivavano solo il grano. I loro abitanti si alimentavano solo con il grano coltivato e quindi, avendo scarse difese immunitarie, erano esposti a varie malattie. Avrebbero potuto scambiare parte del grano con degli ortaggi, ma non lo facevano.
In un altro gruppo di villaggi, le persone ignoravano cosa fossero il cambiamento ambientale e i cambiamenti climatici e continuavano a coltivare secondo i vecchi schemi.
A causa del cambiamento delle precipitazioni, i loro raccolti furono distrutti e soffrirono la fame. La maggior parte di questi abitanti non vuole cercare un lavoro fuori dal suo villaggio. Così, invece di partire per guadagnarsi da vivere, rimane nella propria casa senza avere nulla da mangiare.
In altri villaggi, a causa dell’imprevedibilità delle piogge e di un profitto minore, gli abitanti sono passati a coltivare marijuana. Inizialmente non volevano dircelo, ma in seguito ci hanno raccontato che avevano iniziato a coltivarla perché guadagnavano molto di più (cinque lakh in tre mesi). Possiamo vedere come le scelte sbagliate rovinino molte vite.
Il governo ha realizzato programmi specifici per raccogliere l’acqua piovana, ma purtroppo gli abitanti di questo villaggio non sapevano come partecipare o trarre vantaggio da tali progetti. In tal modo persero una buona occasione per imparare. In uno dei villaggi adottati abbiamo realizzato sistemi di raccolta dell’acqua piovana che hanno aumentato la produzione agricola, generato maggiore profitto e indotto le persone ad abbandonare pratiche scorrette.
In alcuni villaggi abbiamo scoperto che, non avendo acqua potabile, la gente beveva acqua contaminata e contraeva malattie come il colera. Cercando di trovare una soluzione a questo problema, la nostra università ha condotto delle ricerche e realizzato il filtro per l’acqua chiamato “Jivamritam” (nettare della vita).
Dopo aver installato il filtro vicino all’ashram di Amritapuri per testarlo, abbiamo constatato che l’incidenza delle malattie trasmissibili come la chikungunya era diminuita. In seguito, Amma ha fatto installare questi filtri nei villaggi adottati, riducendo in modo significativo le malattie trasmesse dall’acqua in queste regioni.
In altri villaggi, abbiamo notato che le donne dovevano camminare per molti chilometri ogni mattina per rifornirsi d’acqua per le necessità domestiche. Trascorrevano tutto il loro tempo ad attingere acqua e svolgere lavori di casa. Abbiamo scavato pozzi in questi luoghi per portare l’acqua nelle loro case, ma poi abbiamo scoperto che chi viveva lì vicino e poteva usufruire sempre dell’acqua, la sprecava.
Amma sa che il Primo Ministro ha ideato progetti per fornire acqua a tutte le famiglie. Tuttavia, gli abitanti dei villaggi che vivono vicino ai pozzi usano l’acqua senza alcun discernimento. L’università è riuscita anche a creare un’app che monitora l’utilizzo dell’acqua, in modo da individuare facilmente gli sprechi e intervenire.
In alcuni villaggi, la principale fonte di reddito è data dall’allevamento di bovini e dalla produzione di latticini. Il latte ricavato veniva spesso acquistato alla metà del prezzo corrente e questi poveri contadini lavoravano duramente per un magro profitto, appena sufficiente per arrivare a fine mese. Siamo intervenuti e abbiamo creato una cooperativa lattiero-casearia per fornire ai soci un mercato sicuro per la vendita del loro latte. Di conseguenza, i contadini hanno iniziato ad ottenere buoni guadagni.
Ancora oggi, in alcune scuole dei villaggi molte classi, come ad esempio le ultime classi della scuola primaria e le prime della secondaria, sono nella stessa aula. Gli scolari siedono in diversi angoli e c’è un solo insegnante che, di volta in volta, deve adeguare il programma per insegnare a tutte le classi!
Quando questi bambini ottengono la licenza media e si iscrivono alle superiori non riescono a far fronte a difficoltà scolastiche come parlare l’inglese. In tali situazioni cadono in depressione e iniziano ad abbandonare la scuola. Per combattere questa situazione, i nostri docenti universitari hanno offerto un servizio di tutoraggio online personalizzato. Stiamo iniziando a vedere un miglioramento nel profitto scolastico dei bambini.
I telefoni sono forniti dal governo, ma uno degli ostacoli incontrati è la mancanza di una connessione internet stabile in queste regioni. Così, diventa impossibile la didattica a distanza. In questi posti bisognerebbe individuare una posizione nel villaggio in cui vi sia campo e poi installare uno schermo televisivo in modo che i bambini possano seguire le lezioni. Altre organizzazioni e università potrebbero adottare questo metodo e fornire lezioni online ai bambini.
Durante la pandemia di COVID, il governo si assicurò che ogni scuola potesse offrire una didattica a distanza a tutti gli studenti. Tuttavia, nei villaggi, molti bambini non poterono fruire di questo servizio perché non avevano accesso a internet.
Abbiamo costruito delle casette in un’area forestale del Kerala, nel villaggio tribale di Attapadi, per dare un’istruzione a questi bambini. Iniziammo questo programma più di trentatré anni fa, prima di rilevare un orfanotrofio. Abbiamo accolto nell’orfanotrofio i bambini di queste comunità tribali fornendo loro un’istruzione solida. Oggi, molti di loro si sono laureati e alcuni sono ingegneri. Attualmente l’orfanotrofio ospita quattrocento bambini.
Nella maggior parte dei villaggi vi sono scuole, ma gli alunni devono spesso camminare per chilometri, soprattutto se abitano in zone montuose, per raggiungere la fermata dell’autobus della scuola. Se una famiglia ha tre figli che vanno a scuola, deve pagare circa 3.000 rupie al mese per questo servizio. Questa spesa ha causato un aumento dell’abbandono scolastico.
Il governo fornisce l’energia elettrica, ma in alcuni punti la tensione è bassa. Gli studenti non possono quindi utilizzare con efficacia le risorse messe a disposizione per la didattica a distanza. Installare trasformatori di corrente sembra essere un’operazione costosa. Per ovviare a questo problema, abbiamo installato dei pannelli solari che forniscono elettricità senza interruzioni. In tal modo è possibile per loro studiare utilizzando la piattaforma online. In altre aree, abbiamo realizzato micro impianti idroelettrici sfruttando le cascate disponibili come fonte di energia rinnovabile. L’energia prodotta è stata utilizzata per le necessità del villaggio.
Una delle disposizioni del governo nel campo della salute riguarda la distribuzione di vitamine e altri integratori alle donne in gravidanza. Tuttavia, tale misura non è sufficiente a garantire la salute del feto. Ad esempio, concimare un albero di mango che ha già iniziato a fiorire non darà frutti migliori. I frutti possono comunque avvizzire e cadere a terra, mostrare una crescita stentata o essere infestati da vermi.
Le donne dovrebbero alimentarsi con cibo nutriente che rafforza il sistema immunitario fin dall’infanzia. Le donne dei villaggi vanno sensibilizzate ed esortate a piantare alberi officinali ayurvedici. Bisogna anche insegnare loro a cucinare diversi piatti con le foglie di questi alberi per rafforzare le loro difese immunitarie. Sessantacinque anni fa, nei nostri villaggi, una volta alla settimana, mia madre cucinava i pasti utilizzando le piante ayurvediche del villaggio.
È difficile trovare medici e insegnanti disposti a lavorare in aree sperdute. Trentatré anni fa fondammo un ospedale nella regione tribale di Kalpetta (Wayanad, Kerala). In qualche modo, come due angeli del cielo, due medici accettarono di lavorare lì, animati da un profondo spirito di servizio. Ciò nonostante nessun paziente era disposto a venire in ospedale.
I medici dovettero recarsi nei villaggi tribali portando con sé del cibo e altre cose, offrendo le loro prestazioni, visitando e curando i pazienti porta a porta. In tal modo hanno instaurato buoni rapporti con queste comunità e oggi circa 300 pazienti si recano in ospedale ogni giorno.
Quando nei villaggi organizzammo degli incontri comunitari, vi parteciparono sia gli uomini che le donne. Tuttavia solo gli uomini prendevano la parola anche se il presidente del panchayat era una donna. Le donne rimanevano in silenzio. Quando capimmo che le donne non si sarebbero espresse in questi eventi pubblici, organizzammo incontri solo con loro e, con nostra sorpresa, le donne cominciarono a intervenire vivacemente.
La prima cosa da fare quando andiamo in un nuovo villaggio è comprendere le sue norme e pratiche culturali. Dieci anni fa adottammo oltre 108 villaggi. Ora operiamo in più di 500 villaggi. Per comprendere la loro organizzazione sociale e il loro punto di vista, assegniamo almeno due volontari a ogni villaggio.
Un altro problema immediato è la salute mentale dei bambini dopo la pandemia di COVID. I bambini appaiono molto cambiati. Il 40% di loro sembra avere un altro aspetto. Il loro comportamento è mutato, così come la loro salute mentale.
Quindici anni fa, Amma esortò i medici devoti di alcuni Paesi a fornire un servizio di supporto psicologico agli studenti di scuole situate in aree degradate. Questo suggerimento nacque dall’avere notato quanto i bambini fossero cambiati. Se affrontiamo questa questione sul nascere e offriamo un’assistenza psicologica tempestiva, evitiamo che il disagio si trasformi in disturbo psichico.
Ecco un suggerimento a riguardo: psicologi e psichiatri che si sentono di svolgere questo servizio potrebbero contattare scuole e università e offrire due o tre ore di sostegno psicologico gratuito alla settimana a questi studenti.
Penso che i posti dove non c’è personale medico vadano raggiunti con un servizio di medicina mobile e che occorra condurre frequenti campi sanitari nelle zone più isolate. Si possono fornire servizi di telemedicina per la diagnosi e il trattamento a distanza dei pazienti utilizzando la tecnologia delle telecomunicazioni.
In passato si applicava lo sterco di mucca sulle ferite per accelerarne la guarigione. Se però lo facciamo oggi, la ferita si infetterà: tutto ciò che prima era curativo ora è tossico. Anticamente si alimentava il bestiame con panetti fatti di sesamo, noccioline e noci di cocco e il fieno non conteneva pesticidi. Di conseguenza, tutto ciò che proveniva da una mucca, come latte, urina e sterco, aveva proprietà medicinali.
Oggigiorno abbiamo quintuplicato l’uso di pesticidi. Poiché tutto il foraggio per il bestiame viene spruzzato con pesticidi, tutto ciò che prima era curativo ora è tossico. Ecco a che punto è inquinato il mondo. È importante creare consapevolezza tra le persone. Non è sufficiente che un diabetico prenda le medicine: deve anche seguire una dieta adeguata.
L’onorevole primo ministro Narendra Modi ha lanciato numerosi programmi di grande rilevanza, ma come le sanguisughe che rimangono attaccate alla pelle, molti abitanti dei villaggi preferiscono restare in casa, non recarsi nel negozio statale né fruire delle agevolazioni che gli spettano. È importante essere consapevoli di come usufruire correttamente dei benefici disponibili.
L’urgenza del momento è quella di avere buoni leader con una visione olistica. Non abbiamo bisogno di coloro che parlano il linguaggio della guerra, bensì di coloro che diffondono un messaggio di pace. Ciò che occorre al mondo d’oggi non sono la separazione e la divisione, ma l’unione e l’unificazione.
La mente è paragonabile a un paio di forbici e il cuore a un ago. Per confezionare un vestito, usiamo le forbici per tagliare e dividere la stoffa e l’ago per unire e cucire assieme i vari pezzi. Dobbiamo dare alla mente il posto che le spetta e fare altrettanto con il cuore.
Il cuore è come un paracadute: saremo in pericolo se non si apre. Preghiamo affinché tutti noi possiamo avere un cuore talmente vasto da unire tra loro le persone, eliminando ogni differenza.
L’India, Bharat, è la terra della spiritualità. Le vibrazioni delle rigorose pratiche spirituali e lo spirito di sacrificio dei nostri antichi rishi ne permeano l’atmosfera ancora oggi. I rishi fecero l’esperienza che “l’atma, la coscienza che risiede in ogni essere del creato, senziente e non senziente,
è la stessa e che io sono quella verità suprema”.
Consapevoli di questa verità, la loro preghiera era:
sarve bhavantu sukhinah,
santu niraamaya,
sarve bhadraani pashyantu,
maa kaschit dukhabhaag bhavet.
“Possano tutti gli esseri essere felici e liberi da ogni afflizione. Possano tutti vedere solo il bene che c’è in ogni cosa”.
Mentre ci affanniamo a instaurare una connessione con la scienza, la tecnologia e internet, vi sono tanti altri campi da cui siamo completamente sconnessi. Abbiamo interrotto la connessione con il nostro vero Sé, l’atma.
Ci siamo sconnessi dall’ambiente e dalla natura. Non siamo più connessi con l’amore e con la vita e questo ci ha allontanati da Dio. Soprattutto, ci siamo allontanati da quei valori spirituali che possono ricucire ogni strappo nella nostra vita.
Esiste un’educazione per guadagnarsi da vivere e un’educazione per la vita. Negli antichi gurukul venivano impartite entrambe. Quando studiamo all’università per poter poi trovare un lavoro, perseguiamo l’educazione che ci permette di guadagnarci da vivere. L’educazione alla vita richiede la comprensione dei principi essenziali della spiritualità. La prima forma di educazione “climatizza” solo l’esterno, mentre l’educazione alla vita “climatizza” la mente, consentendoci di produrre cambiamenti nel mondo.
L’umanità ha imparato a volare come un uccello e a nuotare come un pesce, ma ha dimenticato come camminare e vivere come un essere umano.
Il Creatore e la creazione non sono due, ma una cosa sola. Il sole non ha bisogno di una candela per illuminare il suo cammino. Come l’oro è contenuto nei gioielli d’oro, e i gioielli sono contenuti nell’oro, così, scorgiamo Dio negli altri ed amiamoli e serviamoli in quanto tali.
Anche se guidiamo con prudenza, un’altra persona può guidare in modo spericolato e scontrarsi con noi. Ecco perché la grazia di Dio è necessaria in ogni situazione. Per ricevere questa grazia, bisogna compiere buone azioni.
C’è un ritmo di fondo nel nostro universo: l’universo e tutti gli esseri viventi che lo compongono sono uniti da un legame indissolubile. Il cosmo è come una vasta rete interconnessa. Immaginate una rete tesa a ciascun angolo da una persona: se la scuotiamo leggermente in un angolo, la vibrazione prodotta sarà avvertita in tutta la rete.
Allo stesso modo, che ne siamo consapevoli o meno, ogni azione si ripercuote su tutto il creato, sia che venga compiuta da un individuo o da un gruppo. Quindi non pensiamo: “Io cambierò dopo di loro”. Anche se non cambiano, se noi cambiamo, possiamo produrre questo cambiamento in loro.
Fin dall’antichità, “Il mondo è una sola famiglia” è stato il mantra della terra indiana. Lo è ancora oggi e lo sarà anche in futuro. La presidenza del G20 è un’opportunità unica per mostrare questa verità al mondo. Possa questa iniziativa dell’onorevole primo ministro Sri Narendra Modi e del suo governo, ispirare il mondo a cambiare il modo di vedere le cose.
Possa questa fiamma accendere innumerevoli lampade da portare poi in tutto il mondo. Possa il richiamo della conchiglia di questo grande yajna (offerta sacra) risuonare in tutto il mondo ed aprire le porte chiuse dei cuori umani! Possa diffondere luce ovunque! Possiate voi diventare luce!
Se vogliamo che le nostre azioni producano il risultato desiderato, sono necessari tre fattori: il momento giusto, lo sforzo personale e la grazia di Dio.
A volte abbiamo in programma un lungo viaggio. Così, usciamo di casa la mattina presto. Anche se partiamo di buon ora, la nostra auto potrebbe rompersi e non farci arrivare all’aeroporto in tempo. Oppure, una volta arrivati in aeroporto, potremmo venire a sapere che il motore dell’aereo ha un guasto o che il volo è stato cancellato per maltempo.
Abbiamo bisogno della grazia di Dio per rendere complete tutte le nostre azioni e le buone azioni attraggono la grazia di Dio. Impegniamoci al meglio e preghiamo per ottenere la Grazia divina.
Non è che ignorassimo questi argomenti, ma poiché è stato chiesto ad Amma di parlare, l’ho fatto condividendo alcuni punti.
Facciamo del nostro meglio e preghiamo per la Grazia divina.